Bejahad 5770 – Venezia e Trieste nel mirino di Michele Levis
Il festival Bejahad, ad Abbazia dal 24 al 31 agosto, rappresenta la più importante vetrina per l’ebraismo dell’ex Jugoslavia. Un appuntamento che anche quest’anno propone un fitto programma di eventi culturali e sociali. Tra questi è da segnalare la mostra fotografica “Trieste e Venezia: kehillot tra passato e futuro”, che propone uno spaccato di due Comunità ebraiche vicine, sia dal punto di vista storico sia dal punto di vista delle interrelazioni, all’ebraismo croato. La mostra si articola in due sezioni: una dedicata alla kehillà veneziana che trae ispirazione dall’installazione “Fotografia e Memoria” presentata proprio a Venezia in occasione del Giorno della Memoria 2010, e una sezione dedicata a Trieste completamente nuova. In esposizione una serie di immagini in bianco e nero stampate in Fine Art e realizzate dal fotografo Michele Levis accostate a scatti d’epoca provenienti dagli archivi comunitari, tracce di vita ebraica veneziana e triestina, finestra su un passato recente e drammaticamente attuale.
Un percorso attraverso i dilemmi e le speranze di un intenso momento storico presente che, ebraicamente, indaga la memoria per proiettarsi nel futuro. È l’immagine di un’assenza, in dialogo con quelle fotografie d’anteguerra che documentano una vita quotidiana ebraica ricca e fiorente, ricordandoci le tante persone che potrebbero essere ancora qui, con i loro figli e nipoti, se il nazifascismo non le avesse cancellate. Immagini, disegni, memorie provenienti dalla secolare storia di rapporti, intrecci, scontri, vissuti da cenciaioli ebrei italiani, ricchi banchieri aschkenaziti, curiosi mercanti e navigatori sefarditi. Infine immagini del presente, delle sinagoghe veneziane e triestine, del ghetto nuovo di Venezia, della colonia estiva di Villa Opicina intitolata a Carlo Morpurgo, del museo “Carlo e Vera Wagner” di Trieste senza prescindere dai luoghi tragici della Shoah come la Risiera di San Sabba.
Michele Levis nasce a Venezia, ma vive e lavora a Bologna. Entra nel mondo della fotografia seguendo un percorso prima da autodidatta, poi approfondendo diversi aspetti tecnico-artistici in corsi e workshop, con il continuo confronto sul campo con colleghi e maestri. Principalmente si occupa di reportage in senso esteso ( in ambito urbano, sociale, paesaggistico), di fotografia applicata all’architettura per privati e collaborando con riviste, enti pubblici e associazioni. Durante la sua carriera di fotografo ha esposto i suoi lavori a Spoleto, Bologna, Milano, Venezia.
La mostra di Abbazia risulta essere solo una parte di un progetto a più ampio respiro dedicato a tutte le comunità ebraiche del nord-est e della ex Iugoslavia, un progetto che ha la finalità di riscoprire luoghi lontani nel tempo e le memorie connaturate ad essi. Accanto però alle tracce del passato il fotografo ha voluto inserire elementi caratteristici della vita ebraica del presente che, malgrado tutto, non si è mai spenta totalmente e che in alcune realtà, sebbene a fatica, torna oggi alla luce.
Michael Calimani