Qui Mantova – La riscoperta di Sabbioneta

Giornata intensa per l’ebraismo mantovano e per la città dei Gonzaga. La sede della Comunità Ebraica di Mantova si è riempita di persone fin dall’apertura: le donne e gli uomini della Comunità, le mantovane e i mantovani che non mancano mai all’appuntamento ormai arrivato alla sua XI edizione, allieve e allievi del corso di cultura ebraica del rav Adolfo Locci – rabbino capo della Comunità di Padova e di riferimento per Mantova – e molti volti nuovi, incantati dallo splendore del “Tempio Norsa”. Per tutta la giornata si sono tenute delle visite guidate, sia al Tempio, sia alla piccola mostra di oggetti ebraici in argento e un Sefer Torah. Per l’occasione la biblioteca comunale Teresiana, che ha in cura il Fondo Ebraico di 1537 pezzi tra cinquecentine e volumi, ha esposto la pagina membranacea di un Talmud babilonese del XIII secolo fortunosamente ritrovata dopo che era stata utilizzata come coperta di un altro manoscritto. Dopo i saluti del sindaco di Mantova, Nicola Sodano, particolarmente apprezzato è stato l’intervento del presidente della Comunità Fabio Norsa che ha esposto le principali attività portate avanti durante l’anno: i corsi aperti, presso la sede universitaria mantovana, l’attività di ricerca dell’associazione Mantova Ebraica, il lavoro dell’Osservatorio sulle discriminazioni Articolo 3, che la Comunità ha fortemente voluto e promosso. Ha colpito, è indubbio, il pubblico l’affermazione di Norsa: “Il pensiero ebraico contemporaneo respinge fermamente ogni tentativo di affrancarci come ‘gli Ebrei della Shoah’, che implicitamente ci assegna quell’indesiderato ruolo di vittime perenni, contrapponendolo alla storia millenaria di un Popolo, costellata di persecuzioni, ma intrisa di cultura anche laica e di tradizioni mai tralasciate o sopite”. E’ vero, Mantova presenta sempre numerosi e importanti appuntamenti in occasione del Giorno della Memoria, rischiando di ridurre a quel non lontano periodo di dolore secoli, millenni di tradizioni. Per questo la Comunità ha deciso di raccogliere in questa Giornata più offerte: tradizioni, letture, luoghi. La lettura che è seguita all’introduzione, trasmessa da rav Locci, ha illustrato il significato del Talmud, che molti dei presenti hanno scoperto oggi. A questa hanno fatto seguito due interventi sul patrimonio archivistico dell’ebraismo mantovano; mentre il Fondo Ebraico – con gli eccezionali volumi in materia di Qabbalah – è già catalogato e studiato presso la biblioteca Teresiana, l’archivio della Comunità (1521 – 1861) è ancora presso la sede ed è da poco stata conclusa la sua catalogazione. Proprio in queste settimane è stato approvato un primo finanziamento, da parte della fondazione Banca Popolare di Verona, che permetterà di iniziare la sua digitalizzazione: migliaia di documenti saranno disponibili a tutte le persone con un semplice collegamento internet. Un’operazione di rara qualità, ha spiegato nel suo intervento il direttore della Teresiana Cesare Guerra, se si pensa che la gran parte degli archivi antichi vengono digitalizzati e messi in rete solo in minima parte: in questo modo gli studiosi sono alla fine comunque costretti a spostarsi per poter accedere al documento. Così non sarà per il patrimonio ebraico mantovano, che sarà presente nella sua interezza; non solo, l’avanzata tipologia di digitalizzazione scelta dalla Comunità permetterà di svolgere un vero e proprio studio già durante l’operazione. Emanuele Colorni, vicepresidente, ha infatti ben spiegato, con il suo consueto racconto che diventa dialogo con il pubblico, come gli antichi documenti, anche se all’apparenza semplici registri, possano diventare traccia di un intero percorso di un Popolo. Il pomeriggio è stato dedicato a Sabbioneta, dove i rappresentanti della Comunità sono stati raggiunti da Alain Elkann, di recente nominato a Mantova direttore scientifico di Palazzo Te. Accattivante la presentazione proiettata presso Palazzo Forti dal presidente della Proloco, Sarzi Madidini, capace gestore della sinagoga all’interno del circuito turistico, che ha raccontato una storia non diffusamente nota fuori dalle mura della “Piccola Atene”: la prima testimonianza di presenza ebraica a Sabbioneta risale al 1436 e l’ultima sepoltura è stata nel 1937. Tra i principali contribuiti dell’ebraismo sabbionetano è senz’altro da citare la stamperia di Tobia Foà, ai cui studi tanto ha dedicato l’illustre Vittore Colorni. In questa Giornata gli ebrei mantovani hanno restituito a Sabbioneta l’ottocentesca Sinagoga: dopo nove mesi di chiusura sono stati ultimati i lavori di consolidamento e recupero conservativo che hanno interessato la scala di accesso e la pavimentazione, finanziati dal Ministero dei Beni culturali con la legge 175/05 e curati dallo studio del geometra Massimo Terzi di Mantova, che ha progettato anche un secondo ed un terzo lotto di interventi che recupereranno il piano terra. “Ho conosciuto Sabbioneta qualche anno fa, alle 6.20 del mattino…”, così ha aperto in suo intervento Alain Elkann, entusiasta del suo nuovo incarico mantovano e con una proposta spettacolare: l’organizzazione di una mostra di giudaica a Palazzo Te che aggreghi, a partire da Mantova, i maggiori musei di storia ebraica del mondo. “Per portare a termine imprese come questa e garantire al nostro Paese una posizione di primo piano – ha coraggiosamente insistito – occorre che gli Amministratori degli enti locali confermino, come hanno fatto con la Giornata, la loro apertura alla pluralità religiosa del territorio”. Ciò che maggiormente deve aver toccato chi nell’ebraismo non vede solo un affascinante scoperta culturale sono state le sue parole conclusive: “La Comunità di Mantova è ridotta e quella di Sabbioneta non esiste più. E’ bello avere così tanta cura dei luoghi dell’ebraismo, ma i luoghi vuoti non durano a lungo: invitate gli ebrei del mondo, con messaggi, lettere, passaparola; invitateli qui, a celebrare le festività, i matrimoni, date vita a questi meravigliosi muri. Per me sarà bello assaggiare con voi mele e miele tra pochi giorni”.

Angelica Bertellini