Voci a confronto

Numerosissimi gli articoli da leggere su tutti i quotidiani che mi obbligano a chiedere venia al lettore se ne dimentico alcuni. Avvenire come il Corriere riportano le giuste parole del presidente Schifani che deplora quanto detto dal senatore Ciarrapico e si premura di telefonare ai presidenti Gattegna e Pacifici. Su questo argomento Angelo Vussun su Liberazione attacca la deputata Nirenstein (la quale quindi non può aver mai votato in Senato…), rimproverandole di aver votato sempre con la destra. Dimentica che ancora l’altro giorno si è presa con forza la parola alla Camera per unirsi alle posizioni della sinistra; bisognerebbe far notare a Vussun che dovrebbe prima chiedersi come mai le colonne sulle quali scrive mai hanno denunciato le posizioni antisemite che provengono anche da parte dei “moderati” come Abu Mazen, al suo giornale tanto vicino, che rifiutano tutto quanto sia ebraico, anche la semplice presenza di un ebreo in un eventuale esercito internazionale di separazione tra i due stati di Palestina ed Israele. Se non si parte da questa triste realtà non si può andare molto lontano sulla strada della agognata pace. Molti quotidiani, inoltre, criticano il mancato deferimento di Ciarrapico ai probiviri; tra questi Libero che dovrebbe imparare (errore molto frequente tra i giornalisti) che i governanti di Israele risiedono a Gerusalemme e non a Tel Aviv (dove vi è solo il ministero della difesa). Degno di nota, per una volta, Romano, che risponde in modo corretto ad un lettore sul tema delle barzellette di Berlusconi: “certe cose non tutti le possono dire”. Avvicinandosi il giorno della manifestazione voluta da Fiamma Nirenstein a Roma, molte sono le parole che troviamo su tutti i quotidiani: la manifestazione è stata criticata da J Call, ed esemplari sono le parole di risposta che scrive Giorgio Israel sul Foglio col sottotitolo: Divisione e vecchi rancori. La Morgantini su Liberazione afferma, a questo proposito, che lei sta con una certa Israele (direi piuttosto: con una Israele che non potrebbe esistere neanche un minuto, ma il discorso diventerebbe troppo lungo in questo contesto); spiega tante sue verità, ma guarda caso dimentica tutte le guerre scatenate dagli arabi, a partire da quelle del 48,del 67 e del 73. Solo lei vede il pericolo di una Eretz Israel “dal Nilo all’Eufrate”? Forse no, se afferma di pensarla come Chomsky, Goldstone, Barenboim, Ovadia e tanti altri ebrei. Non poteva mancare, nelle parole della Morgantini, una severa critica alle persone di sinistra come Veltroni e la Melandri che hanno dichiarato la loro adesione al convegno del 7 Ottobre. Su Avvenire Anna Foa recensisce L’invenzione del popolo ebraico di Shlomo Sand: non saprei se sia da acquistare questo libro, certamente è da leggere la critica di Anna a questo (mi si permetta) provocatore che pecca di gravi colpe dal punto di vista storico. Meotti sul Foglio presenta un lunghissimo, raccapricciante elenco dei boicottatori di tutto quanto è israeliano; ora anche la Gran Bretagna e la Spagna si schierano contro la Conferenza per il turismo in Israele, dopo analoghe azioni di sindacati, ospedali, università; e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Sempre sul Foglio bisognerebbe leggere tutti Benny Morris che argomenta con lucidità le sue posizioni di storico professionista. Anche l’ebreo libico Zard ci propone delle parole da leggere e meditare a fondo sulle verità del mondo arabo che troppi tendono, facilmente, a nascondere. Ed ancora sul Foglio leggiamo che, tra gli ebrei che si erano imbarcati per portare aiuti a Gaza, vi era anche chi ebreo non è: o si nasce ebrei, o ci si converte con un lungo processo di studi; tertium non datur, ma per trovare spazio nel mondo qualcuno ricorre anche a simili sotterfugi… L’incendio di una moschea appiccato, pare, da quattro coloni, viene raccontato, tra gli altri, da l’Osservatore Romano, che riporta anche le immediate dure parole di condanna dei principali politici israeliani e l’apertura di un’inchiesta di polizia ed esercito. Altro grave episodio è quello che vede un soldato, apparso su You Tube, mentre fa la danza del ventre di fronte ad una prigioniera. Nessun giornale, tuttavia, (e mi scuso se poi qualcuno invece lo ha scritto), ricorda che questi episodi, da addebitare a singoli esaltati, o semplicemente a poveri ignoranti, vengono duramente repressi dalle autorità israeliane con processi e relative condanne. Osvaldo Baldacci, su Liberal, in un unico articolo riporta quasi tutte le notizie delle quali si occupa oggi questa rassegna. Molto correttamente il Riformista intitola una lunga intervista a Giorgio Ficara, critico, scrittore e professore: “se non sei ebreo e non vivi a Manhattan non sarai mai uno scrittore famoso”. Mi si permetta di osservare che anche a sinistra, evidentemente, tante persone non capiscono la gravità delle loro parole. Infine, su Libero, in un articolo dedicato alla famiglia pakistana distrutta a Novi dalla furia dei suoi uomini, si fa notare che almeno la madre di Nosheen aveva compreso i giusti desideri della figlia e li aveva voluti difendere. Ma difficilissimo appare dare spazio a questi pensieri se perfino il primo ministro Erdogan, in una visita in Germania nel 2008, ha invitato i numerosissimi turchi che vivono in quella repubblica a difendere la loro identità affermando che l’assimilazione è un crimine contro l’umanità. Se non si denuncia la gravità di simili parole, ed anzi si nascondono, non stupiamoci se poi a Novi (e non solo lì) succedono certi crimini.

Emanuel Segre Amar