Arte depredata, il catalogo è in rete
È stato pubblicato online il catalogo delle opere d’arte depredate dai nazisti agli ebrei nei paesi occupati. La lista di quadri, sculture, mobili, preziosi e libri, dispersi da molti decenni e mai riconsegnati ai legittimi proprietari, è ora a disposizione di tutti, consultabile in una banca dati virtuale.
Il sito (www.errpoject.com), consente di effettuare ricerche avanzate e molto dettagliate, anche associando il nome del collezionista o del privato ai titoli delle opere che gli appartennero.
Anche i curiosi possono divertirsi a scoprire quanti Degas erano appesi alle pareti dei Rothschild di Parigi, che i Bernstein di Bordeaux possedevano alcuni Pisarro, o che la galleria di David Weil di Neuilly sur Seine vantava diverse opere di Gericault, Ingres e Picasso. Gli studiosi invece potranno accedere direttamente ai dati sulla miriade di capolavori andati perduti.
L’archivio consultabile su internet rientra in un progetto lanciato dalla Claims Conference, l’organismo che si occupa da mezzo secolo di garantire i giusti risarcimenti alle vittime del nazismo, in collaborazione con l’Archivio nazionale degli Stati Uniti, l’Archivio diplomatico del Ministero degli Esteri francese, l’Archivio federale tedesco e il Museo-Memoriale dell’Olocausto statunitense.
L’obiettivo è quello di rinvenire le opere smarrite e renderle ai legittimi proprietari.
I dati d’archivio, provengono in gran parte dalla stessa documentazione nazista. Il gerarca nazista Alfred Rosenberg, nel 1940, alla guida di un’apposita squadra, la Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg, ideò e mise in atto un saccheggio culturale su larga scala in tutti i paesi occupati dalla Wehrmacht. Il ricco bottino fu radunato nei magazzini del Jeu de Paume, il grande spazio espositivo di Place de la Concorde a Parigi. Rosenberg predispose una catalogazione minuziosa che riporta la data di arrivo a Parigi di ogni opera, la famiglia ebraica o la collezione di provenienza, autore, soggetto, dimensioni. Il tutto arricchito da numerose fotografie, di grande interesse storico. I progetti nazisti prevedevano la costruzione di un “Museo del Führer” nella città di Linz, in cui le più prestigiose tra le opere confiscate avrebbero trovato “più degna collocazione”.
Dalla fine della guerra, quasi nessuna notizia dell’immenso patrimonio artistico confiscato dalla squadra di Rosenberg agli ebrei europei, belgi e francesi soprattutto.
Il database, pubblicato online solo recentemente, è un progetto che già dal 2004 impegna istituzioni e ricercatori. Mosso dall’esigenza di risarcire le vittime delle persecuzioni naziste, obiettivo fondante della Claims Conference, l’Errproject (che mutua il nome dall’equipe dei predoni, Einsatzstab Reichsleiter Rosenberg) va anche incontro ai desideri di tanti musei, storici dell’arte, nonché amatori, che vedranno recuperata una importante parte della ricchezza artistica e culturale saccheggiata e distrutta dal flagello nazista.
Manuel Disegni