…Drusi
E’ risaputo che se si vuole capire l’anima di una collettività basta capire il suo linguaggio. Mia moglie ed io abitiamo da cinque mesi in una cittadina di nome Usfiya, vicinissima a Haifa. Usfiya e la contigua Daliat al Carmel sono abitate da Drusi per il 99 per cento, per il resto da mussulmani, cristiani ed ebrei.
Il venerdì mattina e alla vigilia delle Feste la Raffineria di Petrolio lavora a ritmo ridotto, come il sabato, e il laboratorio di ricerca è chiuso e così ne approfitto per andare a fare la spesa e le commissioni. Entro in un negozio vicino a casa e sento la cassiera vociare a qualcuno in arabo (un arabo molto meno gutturale di quello dei mussulmani), inframezzato da espressioni familiari tipo ani lo maskima! (non sono d’accordo), beseder (va bene), mas hachnasà (le tasse), hadashot (le notizie), mispar telefon (numero di telefono), e tante altre, e mi sento subito perfettamente a mio agio. Questo è solo un assaggio di come i Drusi siano integrati benissimo nel tessuto variopinto della realtà israeliana. L’appartamento che abito appartiene a un giovane che fa i milluim (il servizio di riserva) nei parà e il mio vicino di casa è capufficio all’ufficio tasse di Haifa. Integrati sì ma fedeli alle loro tradizioni, compreso il modo di vestire.
Abitare con i Drusi è un’esperienza davvero unica ed emozionante e ancora di più se questo avviene a 500 metri di altezza: a parte la brezza di mare che mitiga il caldo israeliano, il panorama è a mozzafiato, con la costa di Hadera da una parte e il golfo di Haifa dall’altro.
Qui c’è il colore della città(banca, ufficio postale, supermercati) e il sapore del villaggio, specialmente nella calma e nella sincerità’ dell’ambiente umano.
Quando ho detto ai miei amici e compagni di lavoro dov’è il mio nuovo domicilio, questa è stata anche un’occasione per sperimentare personalmente, come una cartina al tonasole, tutto l’arco degli atteggiamenti verso la minoranza drusa, da quelli positivi e a volte entusiasti (il dentista mi ha detto che ho sicuramente migliorato di molti gradini la qualità del living) a quelli negativi (un compagno di lavoro mi ha detto che sì, fanno il servizio militare, ma anche loro ci odiano), passando per quelli che approvano con riserve e anche quelli che all’inizio mi hanno detto che ho fatto un grosso errore, ma poi si sono ricreduti completamente, forse anche in seguito ai miei racconti.
Daniel Haviv, alchimista
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