…Rabin
L’anniversario della morte di Rabin è stato un evento che solo in pochi si sono ricordati: sia in Israele che fuori da Israele, sia nel mondo ebraico come in quello non ebraico. Rabin, in altre parole, è diventato un fantasma. Meglio, ciò che è diventato un fantasma è l’idea che sfidare la storia si può e che dunque si possa essere protagonisti del nostro presente. Non è solo conseguenza del fatto che quella che fu percepita come una possibilità appartenga a una fase chiusa da un gesto che allora qualcuno ritenne individuale e che invece poi abbiamo capito essere un’espressione di quel superomismo nazista del terrorismo che è stata propria degli uomini (e delle donne)-bomba degli anni successivi. E’ anche conseguenza del fatto, ciò che ci siamo lasciati alle spalle è la convinzione che si possa essere protagonisti della storia senza subirla, ma sfidandola. Ovvero che per avere un domani occorre avere una visione e un comportamento oggi che ritenga sterili, tra le altre cose, l’entusiasmo da “prima pagina”, l’agitazione populistica dei propri malesseri e una visione vittimaria della propria condizione.
David Bidussa, storico sociale delle idee