Gli ultimi minuti

Un documento dell’Unesco afferma che Mosè Maimonide era musulmano. Per il metropolita ortodosso del Pireo gli ebrei sono la causa di tutti i problemi della Grecia. Da qualche anno circola la convinzione storica che Gesù non fosse ebreo. Non è che parte minima del lungo elenco delle nuove ingiustizie del XXI secolo verso il popolo ebraico e la sua storia. E che esse provengano dal grande fronte del Jihad o dalla trepida arrendevolezza europea poco conta. Non c’è bisogno di istruzione superiore per rendersi conto che si tratta di menzogne. Lo sanno tutti.
Gli ebrei lo sanno, non c’è bisogno di avvertirli. Sarebbe come spiegare a un condannato a morte che ha la testa infilata nella ghigliottina. Ma bisognerebbe che tutti cominciassero a preoccuparsi dell scivolamento progressivo della lama della ghigliottina: siamo tutti condannati a morte. Cristiani, induisti, musulmani, buddisti, atei – tutti, in ogni luogo. Perché la questione ormai non riguarda gli ebrei, va assai oltre. Si tratta del danno inferto alla realtà. Se tutti sanno che si tratta di menzogne e nessuno ci fa caso, vuole dire che stiamo entrando in una realtà dove la realtà non ha posto. Il mondo galleggia pacatamente nel nulla. E’ drammaticamente sbagliata l’affermazione secondo la quale stiamo tornando alla decadenza finale dell’impero romano. I pagani non fondavano l’esistenza sul niente, avevano dei principi e per quei principi davano la vita. Gli dei del monte Olimpo soffrivano e morivano per amore. Si commuovevano davanti a una capanna di contadini poveri, e quando vi entravano, non abbassavano la testa perché la capanna fosse bassa: si prostravano idealmente di fronte alla perfetta umiltà – Ovidio, Filemone e Bauci, le Metamorfosi. Il nostro mondo è indifferente alla realtà. Con una potenza ragliante che giunge a essere visionaria senza saperlo, il XXI secolo considera la realtà ininfluente. Ci sono i presupposti per un’autentica catastrofe.

Il Tizio della Sera