Cineforum, pagine di Memoria

Nuove occasioni per stare insieme e per discutere di argomenti che inevitabilmente toccano la coscienze di ogni ebreo italiano. A partire da domani sera, al termine dello shabbat, la Comunità ebraica di Firenze proporrà ai suoi iscritti un ciclo di proiezioni cinematografiche che, pur avendo un indubbio valore storico e artistico, non hanno avuto grande visibilità nel circuito nazionale. Filo conduttore dei tre film individuati è il tema della sopravvivenza della Shoah. “Si tratta – spiega il consigliere della Comunità ebraica Mauro Di Castro – di opere che trattano l’argomento della sopravvivenza sotto aspetti diversi affrontando però problematiche solo apparentemente differenti. In realtà il denominatore comune è appunto la reazione del singolo davanti a un momento tanto drammatico della propria esistenza”. Primo appuntamento con la proiezione del film Europa Europa di Agnieszka Hollander domani sera alle 19 in Sala Servi. Il cineforum proseguirà il 5 marzo con La nave dei dannati di Stuart Rosenberg mentre il 26 marzo sarà la volta di Kapò di Gillo Pontecorvo. Tre film sulla sopravvivenza, tre capolavori del cinema da riscoprire ciascuno con le proprie peculiarità. “Ne La nave dei dannati – spiega Di Castro – il problema della sopravvivenza si pone senza l´assillo della morte che può arrivare all´improvviso, magari per un capriccio del destino o di un uomo che per tutta una serie di circostanze si trova ad avere potere di vita o morte sul proprio prossimo. Negli altri due film invece possiamo vivere le vicende di personaggi che arrivano a cercare la salvezza in modo avventuroso e sempre drammatico giungendo in taluni casi anche a compromessi con se stessi”. Secondo una formula già sperimentata con successo in passato ogni incontro del cineforum sarà accompagnato da uno spuntino mentre a ogni partecipante verrà richiesto un contributo di 5 euro. “Ci auguriamo che la partecipazione sia numerosa così da poter promuovere riflessioni e dibattiti non solo sul periodo storico preso in esame ma anche sugli insegnamenti che si possono e si dovrebbero trarre da quei fatti tragici”, conclude Di Castro.

4 febbraio 2011