Rai News 24: l’infamia è in onda (e la risposta non arriva)

Un gruppo di esponenti della comunità degli Italkim (fra cui Sergio Della Pergola, Angela Polacco e Vito Anav) scrive alla redazione di Rai News 24 riguardo alle infamie deliranti finite in onda recentemente sul caso Arrigoni. Ma invano. Ecco la lettera cui nessuno, dal servizio pubblico, si degna di dare risposta. .


Siamo un gruppo di ascoltatori di Rai News 24, residenti in varie città in Israele. Con profonda indignazione abbiamo seguito i servizi del canale sull’uccisione, nella zona di Gaza, dell’operatore italiano Vittorio Arrigoni da parte di terroristi palestinesi.
Il lavoro di Rai News in questa penosa vicenda è stato di una incompetenza e di una parzialità vergognose, tali da stravolgere qualsiasi concetto di professionalità, di corretta informazione, di cronaca equilibrata in una situazione di conflitto.
Abbiamo aspettato inutilmente questa settimana un contraddittorio alle trasmissioni di Rai News 24, andate in onda venerdi 15 aprile e dedicate alla memoria di Vittorio Arrigoni, che hanno visto la televisione pubblica responsabile di aver sostenuto tesi calunniatrici nei riguardi dello Stato di Israele e del popolo ebraico.
Un’analisi accurata dei materiali andati in onda e facilmente accessibili su internet potrebbero essere alla base di una denuncia per calunnia aggravata nei confronti di Rai News 24 e in generale della Rai – azione che ci riserviamo di compiere qualora non ci venissero fornite pronte e adeguate spiegazioni e scuse ufficiali per l’avvenuto.
Ci saremmo aspettati che dopo le prime 24 ore di reportage “a caldo”, concitati, emotivi e inaccurati, ci fosse almeno una smentita rispetto a tutte le tesi calunniose proposte dai vari intervistati che, senza prove e senza dubbi, hanno subito avuto la certezza dei “veri mandanti” dell’assassinio di Vittorio Arrigoni – ossia che nella loro pazzesca fantasia fossero lo Stato di Israele e vari movimenti ebraici estremisti.
Gran parte della stampa nazionale ed internazionale, con molta più professionalità, equilibrio e onestà intellettuale ha riportato le dichiarazioni di Hamas (che le rammentiamo, è riconosciuto dall’Italia e in sede europea e internazionale come organizzazione terroristica) che si assumeva la piena responsabilita’ dell’accaduto. Sarebbe bastato tradurre il testo del video che ritraeva l’Arrigoni picchiato e bendato, e il motivetto musicale di sottofondo, per capire chi si è reso responsabile di questo assassinio – ossia gruppi terroristici legati direttamente o indirettamemte al governo di Hamas a Gaza.
Vogliamo rilevare in particolare la faziosità della trasmissione condotta da Annamaria Esposito, nel pomeriggio di venerdi 15 aprile, nella quale intervistava Maurizio Fantoni Minella. Ci sarebbe da fare un’analisi approfondita sulla tipologia mediatica usata da Rai News 24 e dal personale in studio e sul campo, ma ci limiteremo solo a alcuni aspetti.
1- In genere in un’intervista un conduttore pone delle domande ed aspetta che l’intervistato risponda più diffusamente: in questo caso la Esposito non si è limitata a porre le domande ma ha addirittura guidato l’interlocutore su argomenti da lei stessa suggeriti. Da notare che la Esposito ha parlato per 4.10 minuti circa, a fronte dei 5.22 minuti del suo interlocutore. Si è trattato dunque di una finzione di intervista, un pretesto perché la Esposito potesse liberamente esternare il suo pensiero, usando un interlocutore acquiescente.
2- Quando l’intervistato Fantoni Minella, sicuro che il mandante fosse Israele, attraverso l’esercito o i servizi segreti, oppure non meglio identificati “ebrei ortodossi” radicali, o estremisti della destra ebraica, ha esposto questa tesi assolutamemte infondata, mai l’intervistatrice ha obiettato che ci potessero essere altre spiegazioni, richiamando per esempio altre responsabilità. Tutto questo avveniva, mentre in quello stesso momento un gruppo palestinese aveva già rivendicato l’azione.
3- Entrambi i personaggi hanno continuato a parlare di “integralisti ebrei”, “ebrei ortodossi”, “estremisti della destra israeliana”, mettendo nel calderone tutti, in un crescendo dialettico tipico della peggiore espressione antisemita. L’apice è stato raggiunto nell’affermazione che gli unici israeliani buoni sono “coloro che si vergognano della politica del loro paese, mentre tutti gli altri non conoscono né cosa sia la civiltà né la democrazia”. Eppure Vittorio Arrigoni sapeva benissimo che fidarsi di Hamas, che democratico e filo-occidentale non è, avrebbe potuto essere pericoloso per lui.
4- La conclusione del loro “dialogo” non poteva che essere conseguente: secondo il duo Esposito-Fantoni Minella il rapimento era “un falso”, ormai “smascherato”, pertanto si trattava di una “esecuzione ” palesemente eseguita da chi aveva tutto l’interesse a far fuori Arrigoni, e cioé tutti quelli sopra citati.
Ci sembra che questa bieca demonizzazione di Israele e del mondo ebraico faccia parte di un disegno politico ben noto e molto pericoloso. Purtroppo il triste episodio di Vittorio Arrigoni ne è la prova. E, tragicamente, Arrigoni è stato ucciso proprio da coloro i quali nella loro carta costitutiva includono un preciso riferimento al documento antisemita dei “Protocolli dei Savi Anziani di Sion”.
Alla fine, i presunti esecutori del delitto sono stati uccisi dalle forze di polizia di Hamas. Bell’esempio anche questo di giustiza sommaria fuori da qualsiasi concetto di legalità giuridica.
Parteggiare per Hamas ha un significato riprovevole, in modo particolare per noi israeliani, perché significa sostenere un movimento che nel suo statuto inneggia all’eliminazione non solo di Israele come Stato, ma di ogni ebreo come individuo (vedi art. 7 dello statuto di Hamas).
Sarebbe stato più opportuno che Rai News 24, come organo di informazione pubblico, avesse preso le distanze dalle affermazioni deliranti e menzognere mandate in onda, ma ciò non è avvenuto.
Sarebbe stato opportuno almeno riparare a tutte le interviste offensive e tendenziose trasmesse venerdi 15 aprile, ma questo non è avvenuto.
In una testata giornalistica seria, i responsabili sarebbero stati richiamati alle loro responsabiità, ma questo non è avvenuto.