…civiltà

C’è chi si stupisce che gli ebrei nel ventennio fascista siano stati fascisti come gli altri italiani. Ricordo che Tullia Zevi, interrogata tanti anni fa su questo problema, rispose: “E perché non avrebbero dovuto farlo? Erano uguali agli altri italiani”. Siamo proprio uguali, respiriamo la stessa aria, guardiamo gli stessi programmi televisivi, abbiamo comportamenti simili. Le differenze, che certo vi sono, non toccano le percezioni sociali, le emozioni collettive, e ahimè nemmeno più la sfera culturale: siamo sempre più ignoranti, come il resto degli italiani. E allora, non stupiamoci che l’abitudine al rispetto delle idee altrui vada scomparendo, fra noi come nella società tutta, e che si consideri normale insultare sulle pareti di una nostra scuola chi ha espresso civilmente un’opinione diversa dalle altre. Che comportamenti violenti e insulti caratterizzino sempre più il nostro agire sociale. Che il rispetto verso il potere e la sua arroganza, verso il denaro e il guadagno facile si affermino come valori anche del nostro mondo, e che il comportamento civile vada, fra gli ebrei come fra i non ebrei, divenendo una modalità sempre più rara.

Anna Foa, storica