Voci a confronto
Emozione, mista ad altri sentimenti, si è sentita ieri nel mondo ebraico italiano alla notizia della morte violenta di Raffaele Cohen, un anziano e rispettato commerciante fuggito nel 1967 da Tripoli. Ma pericolosi sono, a parere del sottoscritto, i titoli scelti da molti quotidiani di oggi: Ebreo ucciso a Roma – Ucciso commerciante ebreo – Choc tra gli ebrei – Negoziante ebreo assassinato; solo il Riformista ha trovato un titolo ed un sottotitolo corretti per presentare la tragica morte di un uomo, ancora avvolta nel mistero, e che ne ricorda altre due, sempre di commercianti tripolini trasferitisi a Roma. La contemporaneità, da alcuni cronisti ricordata, con la visita in Italia di Netanyahu, non appare, al momento, affatto significativa, ma porta piuttosto l’attenzione sull’inaugurazione, in piazza del Duomo a Milano, della Kermesse di Israele. Anche su questo avvenimento, voluto dal presidente Formigoni, è opportuno riflettere, perché dimostra, coi fatti, che troppi continuano a considerare Israele un paese diverso da tutti gli altri. Il neo sindaco milanese aveva dichiarato, dopo la sua elezione, di lasciare la decisione relativa alla dislocazione della manifestazione ad altri organi pubblici, ma ieri ha aggiunto, come scrive Aldo Chiarle su L’Avanti, che presto proporrà un’iniziativa anche sulla Palestina. Non abbiamo nulla contro una simile iniziativa, e ricordiamo, a questo proposito, che il fatto che la Palestina sia stata, quest’anno, paese ospite al Salone del Libro di Torino, non ha creato problema di sorta. La riflessione sulla necessità di fare ieri una simile dichiarazione deve, tuttavia, far riflettere.
Riflessioni vanno fatte anche alla lettura di altri due articoli, non poi così lontani tra di loro: Luigi Offeddu sul Corriere descrive un’Olanda spaccata in due tra favorevoli e contrari alla macellazione rituale ebraica ed islamica; sembrerebbe che chi si pronuncia in un determinato modo non sia mai entrato in un mattatoio, e che neppure abbia mai visto i trasporti degli animali destinati al macello. Offeddu aggiunge, di suo, delle considerazioni per lo meno dubbie su Geert Wilders, destinato a restare, per sempre, etichettato in modo non corretto con quella che è la sua personale posizione politica. L’altro articolo sul quale dobbiamo riflettere è quello che troviamo sul Foglio, dedicato al referendum indetto a San Francisco sul “prepuzio”; questa tradizione, vecchia di 35 secoli, non è seguita solo dagli “ebrei ortodossi” (oltre che, ovviamente, dai musulmani), in una nazione dove quasi l’80 per cento viene circonciso alla nascita.
Presento oggi ai miei lettori le recensioni di due diversi libri, anche se non ne conosco i contenuti; di “Diario di guerra” di Ingeborg Bachmann parla Libero, e si intuisce che questo è un romanzo interessante e profondo ambientato, soprattutto, nella Carinzia del 1945, con aperture di grande interesse. Diverso, ed inquietante appare “L’ambigua evidenza. L’identità ebraica tra razza e nazione”, nel quale, come leggiamo su Rinascita, si parla di doppia morale e di intolleranze. Ampio spazio viene dato ai “coloni”, alle “banche ebraiche”, alla “malavita ebraica” legata al mondo della droga e della prostituzione. Quando mai tutti capiranno che ognuno è singolarmente responsabile del proprio essere, ebreo o musulmano, cristiano o tibetano che sia? Rinascita, poi non perde l’occasione per utilizzare, in parallelo, anche i lavori del professore Shlomo Sand (che il sottoscritto confessa di non conoscere), il quale, per il semplice fatto di insegnare in Israele e di vivere a Tel Aviv, diventa un corretto testimone, a prescindere, per il solito discorso politico avverso alla politica israeliana.
Il governatore Fischer aveva presentato, nei giorni scorsi, la propria candidatura al posto di Direttore generale del FMI; avendo egli, 67enne, superato le norme “immodificabili” che prevedono un limite di età di 65 anni, è stato escluso dalla corsa; il Sole 24 Ore accenna, con l’occasione, alla volontà a lui contraria, comunque, di molti paesi europei e ai delicati equilibri politici che la candidatura di Fischer avrebbe infranto.
Europa al centro di numerosi articoli anche sulla guerra libica; appare sempre più disunita e con una gran voglia (e necessità) di chiudere quel capitolo al più presto. Ciò facilita il compito di Gheddafi, che sta riacquistando terreni perduti e che deve solo attendere la fine dei bombardamenti, mentre i suoi avversari si stanno disunendo.
I leader di Anp e Hamas si ritrovano oggi al Cairo dove, evidentemente, gli egiziani sono necessari per siglare un accordo; ne parla Avvenire in un articolo nel quale non mancano numeri poco in sintonia con tante immagini di Gaza e di Giudea e Samaria che dovrebbero essere note a tutti i commentatori. Liberal dedica un ampio articolo agli enormi problemi politici che si collegano al ritrovamento di un enorme giacimento di gas e petrolio al largo di Haifa; un accordo con Cipro sembra essere, al momento, già trovato, ma con il Libano ed i palestinesi (oltre che con la Turchia) le discussioni non promettono nulla di buono. A proposito di Turchia, una notizia sulla quale meditare la troviamo su Avvenire: eletto al parlamento il primo cristiano dopo 50 anni. Confesso che non conoscevo tale realtà, e penso che lo stesso valga per molti commentatori. Su L’Unità, infine, Umberto De Giovannangeli scrive contro l’uso criminale fatto da Gheddafi, a Leptis Magna, di uno “scudo archeologico”; lo considera un “crimine” commesso da Gheddafi, ma purtroppo De Giovannangeli non usa la stessa attenzione per gli altri “crimini” regolarmente commessi in Medio Oriente; quelli del ricorso agli scudi umani.
Emanuel Segre Amar
15 giugno 2011