Voci a confronto

Mancano oggi (si può dire per fortuna? – notizie vere e proprie su Israele e il mondo ebraico italiano. Vale la pena dunque di leggere qualche analisi. Per esempio quella di Daniel Schwammenthal sul Wall Street Journal, riguardo al “pasticcio” che gli europei rischiano di combinare appoggiando la rivendicazione di sovranità senza trattative dell’Autorità Palestinese all’Onu a settembre, rischiando di provocare con ciò un’esplosione di violenza e il blocco definitivo delle trattative. Sempre sul Wall Street Journal, molto brillante e giusto un’opinione di Warren Kozak in cui si chiede che cosa sarebbe accaduto “se gli ebrei avessero seguito la strada palestinese”, facendo i rifugiati per generazioni e chiedendo un diritto del ritorno in Polonia e Germania invece di rimboccarsi le maniche e costruire uno stato con un’economia fiorente e integrarsi dov’erano arrivati,
Da leggere anche il punto di vista di Arno Klarsfeld su Le Monde a proposito del futuro di Gerusalemme, e anche la sua testimonianza sul passato. Klarsfeld cita il “Grand Dictionnaire Larousse du XIX’ siècle” pubblicato nel 1875, che sotto la voce « Jerusalem », scrive « Ville de Turquied’Asie, capitale dela Judie, chef-lieu d’un sandjak du pachalik de Saida La population ne peut guère être évaluée à plus de 18000 ou 20000 habitants: 8000 juifs, 5000 musulmans, 3000 Grecs, 1500 Latins, 1000 Arméniens, 100 o 200 Syriens et Coptes». Nel 1899, aggiunge l’autore Gerusalemme conta 70000 abitanti, di cui 45000 ebrei. Tanto per chi parla di Palestina, di occupazione, di ebrei colonialisti ultimi arrivati in mezzo a una popolazione “indigena” . Thomas Buck sul Financial Times racconta delle difficoltà di Hamas e Fatah di mettersi d’accordo davvero per formare il governo di unità, tanto strombazzato.
Interessante anche il racconto della “guerra di spie” con cui Israele “ha fatto fesso Hezbollah”, narrato da Virginia di Marco sul Riformista.

Ugo Volli
21 giugno 2011