Adulterio
L’adulterio sembra l’ovvietà nel tempo globale, fatto di mille incontri, residenze nomadi, territori misti. L’illecito diviene la norma del lecito. Male minore, poi, rispetto ai tanti altri mali.
Forse questo atteggiamento scaturisce da una più generale noncuranza del patto dichiarato, della parola data. Violare un’unione fa parte di una più complessiva, per quanto spesso tacita, profanazione della legge.
Lo tinàf, «non sarai adultero». Lo stesso verbo è usato nei confronti del patto della donna ma anche del patto con D-o. L’adulterio scardina l’unione, smentisce il giuramento, e insieme dirotta e svia chi si prostra, senza troppe perplessità, ai molti idoli in cui ci si imbatte, amori effimeri e vacui, che si stenta a giustificare nelle vite divenute «liquide».
Donatella Di Cesare, filosofa