Catacombe di Monteverde, primi risultati degli scavi

Una fotografia vecchiotta, inserita in un testo in inglese pubblicato cinquant’anni fa, mostra una discesa ripida sulla cui cima appare, un po’ indietro rispetto al dirupo, un edificio di forme abbastanza speciali. Quando Bruno Orvieto ha visto questa fotografia, che era destinata a mostrare dove si trovavano in passato le catacombe ebraiche di Monteverde, si è bruscamente reso conto che, nonostante le molteplici costruzioni di epoca successiva che hanno notevolmente cambiato il paesaggio, riusciva a individuare, attraverso quell’edificio, il sito.
È stato merito suo, visitando quei luoghi, individuare scavi, in corso attualmente, che lasciavano intravedere qua e là grotte sotterranee. E mentre era convinzione comune che le catacombe di Monteverde erano ormai scomparse, distrutte dall’intensa edilizia in quella parte della città, Orvieto ha voluto segnalare quanto aveva osservato alla soprintendenza archeologica.
Si è così innescato un movimento che ha coinvolto direttamente il municipio Roma XVI nella persona del suo presidente, Fabio Bellini, e il Consiglio provinciale di Roma, presieduto da Giuseppina Maturani. Si è man mano formato un gruppo di ricerca coordinato dalla dottoressa Daniela Rossi, funzionario della soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, responsabile, per il ministero per i beni e le attività culturali, per la zona di Monteverde.
Pochi giorni fa nella sala consiliare del sedicesimo Municipio ha avuto luogo un primo esposto dei risultati raggiunti sinora. Dopo i saluti delle autorità presenti, ha parlato la dottoressa Rossi, che ha chiarito gli obiettivi, la dottoressa Di Mento, archeologa classica, specializzata in Museologia e Museografia, della cooperativa Lavori archivistici, topografici, epigrafici, rilievi, eplorazioni stratigrafiche, archeologia e territorio, che ha spiegato le ricerche bibliografiche realizzate, la dottoressa Negroni, epigrafista e dottoranda di ricerca presso la Pontificia commissione di archeologia sacra, che ha parlato del materiale epigrafico rinvenuto sinora, proiettando anche numerose fotografie inedite di lapidi funerarie conservate nei Musei Vaticani, il professor Marco Fabbri, dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha esposto le ricerche fatte attraverso antiche piante catastali, documenti archivistici vari fino a riprese fotografiche realizzate dall’aria per situare con una certa precisione i siti delle catacombe studiate nel 1915. Il dottor Francesco Laddaga, pure collegato all’indirizzo «Archeologia dei Paesaggi Urbani» dell’Università di Roma Tor Vergata, ha integrato queste osservazioni.
Durante questo incontro è emerso che sono stati individuati alcuni vani nel sottosuolo che potrebbero effettivamente essere parte delle «scomparse» catacombe ebraiche di Monteverde o parti delle medesime non investigate sinora, tanto più che in occasione di lavori recenti in zone limitrofe sono state scoperte tumulazioni tardo romane.
Oltre naturalmente all’ingegnere Bruno Orvieto, fra le persone presenti, hanno assistito a questo incontro la professoressa Vismara, che ha studiato a fondo in passato le catacombe ebraiche di Roma, l’accademico Linceo professor Fausto Zevi, il vicepresidente della Comunità Ebraica di Roma dottor Giacomo Moscati, il dottor Giuseppe Foa, presidente della Fondazione per i Beni Cultrali Ebraici in Italia, il dottor Claudio Procaccia, direttore del dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma, il dottor Umberto Utro, responsabile del reparto antichità cristiane dei Musei Vaticani.

Giacomo Saban