…flottiglia
In questo momento non sappiamo se la sgangherata armata brancaleone di vecchi motoscafi, pescherecci, arrugginite imbarcazioni da diporto, pomposamente denominata la flottiglia, salperà mai dai porti greci, italiani e altri dove si acquatta. Meno ancora sappiamo se mai raggiungerà la sua destinazione del porto Gaza. Sapiamo invece che Gaza è oggi accessibilissima per via terrestre, l’Egitto ha proposto l’approdo di El Arish, Israele ha offerto quello di Ashdod. Se la protesta marittima contenesse un minimo di integrità morale si volgerebbe verso le coste della Libia e della Siria per contestare i regimi assassini di Gheddafi e di Assad junior. Si tratta, invece, dell’ossessione morbosa di un gruppuscolo solidale con i rapitori e gli occultatori di Gilad Shalit, con la complicità di scarsi giornalisti che seguono il tragitto da vicino e di quelli che lo applaudono da lontano, senza nemmeno bagnarsi i piedi. Spettacolo pietoso di seconda visione che sarebbe forse meglio ignorare.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme