Voci a confronto
La turbolenza del Medio Oriente continua. In particolare in Siria il regime ha organizzato un assalto di stile iraniano alle ambasciate francese e americana (cronaca di Zecchinelli sul Corriere, un commento che mostra i paralleli con l’Iran di Ferrari, sempre sul Corriere) che conferma l’approfondimento della crisi di regime e la Francia ha aperto delle trattative con Gheddafi (cronaca di Serafini su Giorno-Carlino-Nazione, commenti di Panella e Pompa sul “Foglio” che illustrano l’impatto del fallimento della guerra su tutto il medio oriente e di Maria Giovanna Maglie su Libero, che parla di “tradimento” di Sarkozy).
Per quanto riguarda cose più vicine a noi, fa cronaca la visita della delegazione del PD guidata da Bersani a Israele e Territori palestinesi. Come sempre in questi casi si spendono molte belle parole su pace, garanzie e diritti. Il fatto puro e semplice è che, come scrive De Giovannangeli sull’organo semiufficiale L’Unità, “i democratici al governo lavorerebbero per il sì dell’Europa” alla richiesta palestinese di ottenere il riconoscimento dell’Onu su tutti i territori che non controlla, contro il diritto internazionale e la posizione stessa di Obama. Sarà bene ricordarselo alle prossime elezioni.
Fra le varie, va letta con molta attenzione l’intervista a Benny Morris al Foglio, che racconta di un tentativo di linciaggio cui è stato fatto oggetto da parte di islamici mentre cercava di tenere una conferenza alla prestigiosa London School of economics: un fatto molto grave, che testimonia del crescente potere di quel meccanismo di intolleranza antisraeliano e antisemita che si usa chiamare “Eurabia”. Il Tempo da notizia della visita della visita dell’American Jewish Comittee David Harris al ministro Frattini, che l’ha insignito di una decorazione. Infine è interessante leggere sul Fatto dell’inaugurazione di un albergo a cinque stelle a Gaza, presentata non come l’ovvia prova che non vi è crisi umanitaria nella striscia, ma “che non è solo miseria e guerra. A Gaza City non mancano locali”raffinati” che si affacciano sul Mediterraneo, ristoranti dove si può gustare un’insalata con formaggio Hallumi fitto – importato dal “nemico sionista” -, cocktail di frutta (niente alcool sotto il governo di Hamàs) e un narghilè, che nella Striscia preparano con estrema cura e una mela vera invece del tabacco profumato. In questi dettagli si scopre l’essenza della vita di Gaza, dei suoi abitanti, che non rinunciano ai piccoli lussi, anche sotto l’occupazione e il blocco, e guardano al futuro con speranza e sguardo imprenditoriale” E’ per questo, naturalmente, che il giornale e i suoi politici di riferimento hanno appoggiato la flottiglia.
Ugo Volli