…Norvegia
Difficile oggi parlare d’altro che della tragedia terribile che sconvolge la Norvegia. E che, al di là del dolore, ci scombussola tutti, perchè, come già scriveva ieri su queste colonne Bidussa, ci pone di fronte al fatto che gruppi che tendevamo a considerare essenzialmente folklorici come quelli neonazisti, come i nuovi crociati dei siti antisemiti e razzisti alla Holywar, si rivelano improvvisamente capaci di una strage inimmaginabile e devastante. Avevamo preso l’abitudine di scrollarci di dosso con sufficienza questi deliri, di non dar loro peso. Avevamo ascoltato, ad esempio, un nostro europarlamentare della Lega parlare alla folla di “merdaccia levantina e mediterranea” e di “bianchi cristiani”, pensando che erano solo sciocchezze. Ed ora, che cosa dobbiamo pensare? Come possiamo reagire a questo veleno che circola, senza che i divieti lo riescano a frenare, che spinge alla violenza e al delitto le menti degli psicopatici, ammesso che l’assassino di Oslo sia tale e abbia davvero agito da solo, che crea gruppi che si rivelano pericolosi come i terroristi islamici, che attentano allo stesso modo alla democrazia e alla libertà di cui godiamo? C’è chi dice che si potrebbe abolire la presenza dell’altro per eliminare anche la violenza contro l’altro, che le crociate contro gli immigrati si possono eliminare abolendo o limitando l’immigrazione. È questa la lezione che ci apprestiamo a trarre dalla tragedia norvegese?
Anna Foa, storica