Voci a confronto
La notizia del giorno, come certamente i nostri lettori sanno, è la caduta di Tripoli, che dovrebbe mettere fine alla guerra in Libia, anche se la sorte di Gheddafi non è ancora chiara. A questo proposito, ignorando i pezzi di cronaca e le ricostruzioni d’archivio, che si trovano più o meno uguali su ogni giornale, segnaliamo ai nostri lettori solo alcuni commenti significativi. Il più ottimista è Bernard Henry Lévi sul Corriere, che parla di perduta immunità dei leader criminali; il più pessimista è il Foglio, sia con un pezzo di Carlo Panella, sia con un editoriale, intitolato “La lezione di Baghdad” , in cui si sostiene che la “parte facile” della missione libica è terminata, ora “inizia quella difficile”, cioè la costruzione di una democrazia. Molti rilevano la matrice islamista e la recente affiliazione dei leader dei ribelli (per esempio Adly e Olimpio sul Corriere. Certo che Gheddafi stesso era un islamista convinto e militante (Stefanini su Libero, Perfetti sul Tempo). Da leggere anche l’elenco degli alleati di Gheddafi, proposto da Stefanini sul Foglio che unisce buona parte del Gotha antisemita internazionale: Castro, Chavez, Mandela…
Per quanto riguarda Israele, un paio di pezzi si concentrano per lo più in maniera non piuttosto ostile sulla “tregua a tempo” con Hamas e sulle implicazioni strategiche della situazione in vista della sessione Onu che fra meno di un mese prenderà posizione sulle richieste di Abu Mazen. Così, per esempio Laura Battaglia su Avvenire, naturalmente Calapà sul Fatto. Da leggere la riflessione del Foglio sulla nuova arma difensiva di Israele, il sistema Iron Dome il quale ha molto diminuito l’impatto dei razzi di Hamas, fermandone la maggior parte; altrimenti la strage sarebbe stata tale da imporre un’operazione militare in profondità su Gaza. La redazione di Osservatore romano per una volta titola bene e dice “razzi su Israele”. In effetti da quando Hamas ha sottoscritto la tregua un giorno e mezzo fa, sono una trentina i missili partiti dalla striscia contro Israele: uno all’ora circa. Se questa è una tregua…
Interessante la notizia data da Giorgio sul Manifesto per cui all’inizio di settembre dovrebbe svolgersi a Gaza il processo per l’assassinio di Arrigoni. Colpiscono in particolare gli accenni all’ambiguità e agli ostacoli posti da Hamas all’accertamento della verità: osservazioni ovvie per chi sa che si tratta di un’organizzazione terroristica e totalitaria che non ammette intralci al suo dominio su gaza, ma che suonano indeti sulla bocca di un sostenitore della “resistenza islamica” senza se e senza ma come Giorgio. Se ne ricorderà la prossima volta che Israele sarà costretto a fronteggiare i terroristi?
Per quanto riguarda gli eventi della politica interna, bisogna notare l’energica protesta di Riccardo Pacifici contro la minacciata manifestazione neofascista a Genova, promossa da un tal Gaetano Saya, ex segretario del Msi ora del Partito Nazionalista Italiano (redazione di Avvenire). Se bisogna giudicare dalla foto diffusa da Giorno/Nazione/Carlino, con sguardo tronfio e grambiulino massonico, si tratta di un personaggio molto poco credibile. Ma come insegna la Francia e il caso del comico antisemita Dieudonné, anche le persone dall’apparenza più incredibile possono minacciare la democrazia ed essere pericolose. Ha fatto quindi molto bene Pacifici a chiedere l’intervento delle autorità e a minacciare una contromanifestazione (redazione del Corriere).
Ugo Volli