Voci a confronto

Le notizie odierne su Israele riguardano soprattutto la tensione crescente con la Turchia. Cittadini israeliani hanno denunciato i maltrattamenti subiti all’aeroporto di Istanbul e lo stesso hanno fatto i turchi per quello di Tel Aviv (Fabbri sul Giornale). Ma questo è solo l’ultimo dettaglio di una rottura di rapporti generale (Financial Times), che mette a rischio, dopo le relazioni diplomatiche e militari, anche quelle economiche (Champion sul Wall Street Journal), anche se Israele può trovare compensazione nei rapporti con gli avversari dei turchi, come i greci (Molteni su Libero). In questo contesto di crisi, i soliti falsi amici di Israele, come quel Roger Cohen che molte volte ha espresso la sua stima per gli ayatollah iraniani, consigliano a Israele di porgere le scuse che il regime turco esige (Herald Tribune), ignorando però due fatti. In primo luogo la commissione dell’Onu ha sostanzialmente dato ragione a Israele (e per questo la Turchia ha rovesciato il tavolo): il blocco di Gaza era e resta giustificato e legale, la flottiglia ha compiuto un’azione irresponsabile (“reckless”), Israele aveva il diritto di fermarla, ha solo ecceduto nei modi, peraltro di fronte a una resistenza violenta e organizzata. (redazione del Wall Street Journal) La commissione non chiede le scuse di Israele, suggerisce di esprimere dispiacere (“regret”), cosa che Netanyahu ha già fatto. Scusarsi quindi sarebbe piegarsi a una prepotenza, mostrarsi inferiori, cosa pericolosissima in una regione dove la “faccia” conta moltissimo in politica. In secondo luogo, la Turchia non ha chiesto solo le scuse e le compensazioni, ma la fine del blocco di Gaza, il che sarebbe ovviamente disastroso, mentre i razzi continuano a cadere sul Negev, mentre i giornali europei non ne parlano affatto. Inoltre la valutazione di Israele, condivisa anche dai più autorevoli giornali turchi (http://www.todayszaman.com/columnist-255763-deciphering-israels-behavior.html), è che il posizionamento antisraeliano della Turchia sia una mossa strategica, il tentativo di assumere la leadership del mondo islamico staccandosi dall’Occidente, che ogni pretesto sia buono per ribadirla e che nessuna concessione israeliana potrebbe modificarla. Le scuse sarebbero così un indebolimento di immagine, una confessione di debolezza, senza nessun vantaggio reale. Nel frattempo, nell’indifferenza del mondo, l’Iran sta realizzando i suoi piani nucleari, come ricorda un editoriale del Foglio.
Fra le altre notizie, da menzionare quella del Messaggero di Roma, secondo cui gli inquirenti che indagano sull’omicidio di Rafael Cohen, avvenuto a Roma un paio di mesi fa starebbero seguendo l’idea che il delitto sia maturato nell’ambiente di lavoro della vittima e avrebbero interrogato il cognato.

Ugo Volli