Qui Mantova – Scoprire Bruno Schulz
Accovacciato come un cane ai piedi di donne bellissime. Con le sembianze di un nano o i riccioli di un pio chassid. Come uno Zelig ante litteram Bruno Schulz, il mitico autore de Le botteghe color cannella, assume nei suoi autoritratti le fattezze più singolari. Un gioco raffinato e una pulsione dell’animo in risposta all’interrogativo che torna, inquietante, nella sua tormentata esistenza: “Che aspetto ho?”. E’ proprio questo il titolo del bel racconto di Francesco Cataluccio e dell’attore Olek Mincer, in scena al Festivaletteratura di Mantova al Teatro Bibiena, che tra letture e immagini conduce lo spettatore nel mondo di Schulz.
E’ una volata dolorosa e al tempo stesso divertita che si snoda dalla nascita di Bruno, a Drohobycz, nell’allora California della Galizia (“un mondo urbano e in movimento che Schulz non riuscirà mai a lasciare e che ritrarrà come un universo immobile e senza tempo”, sottolinea Cataluccio) seguendolo nei primi successi letterari, soffermandosi sugli amori, il profondo affetto per il padre e la passione per il disegno. Fino alla tragica fine, per mano di un ufficiale nazista che nel novembre del 1942 lo uccide per strada, vendicandosi del “padrone” nazista di Schulze, Felix Landau. Una morte per tanti versi ancora avvolta nel mistero, come il destino dell’ultimo romanzo Il Messia, capace di ispirare ancora in tempi recenti autori come Cinthia Ozick o David Grossman che a Schulz ha dedicato Vedi alla voce amore.
E proprio un autore israeliano sarà il protagonista dell’evento conclusivo del festival. Dopo il magistrale intervento del filosofo Alain Finkielkraut che in mattinata ha parlato di libri e dell’utilità della letteratura a partire dal suo ultimo libro Un cuore intelligente edito da Adelphi, sul palco del Chiostro del Museo diocesano salirà Yeoshua Kenaz, uno dei massimi autori di lingua ebraica. In un evento che già da giorni si annuncia come tutto esaurito, dialogherà con lui Lella Costa.
Daniela Gross