Voci a confronto

È un momento difficilissimo per Israele, questo, in cui si accumulano difficoltà e sfide dovute solo in parte alla sua azione politica. Innanzitutto siamo alla vigilia della presentazione all’Onu della domanda di riconoscimento da parte dell’Autorità Palestinese, che avrà un significato politico importante, se non giuridico (val la pena di leggere il quadro tracciato da Panella sul Foglio; poi Picasso su Liberal). Dall’altro la Turchia, per coltivare un suo progetto di egemonia del mondo arabo, attacca Israele fino al punto di minacciare la guerra (importante l’articolo di Fiamma Nirenstein sul Giornale; altre analisi: Piccirilli sul Tempo, Refat sulla Stampa, Geronico su Avvenire). Le masse arabe, in particolare quelle egiziane, trovano sollievo alla loro delusione o comunque sono eccitate all’odio antisraeliano (se ne rende conto perfino Il Fatto, con un articolo di Francesca Cicardi). L’esempio più clamoroso è stato l’assalto all’ambasciata israeliana al Cairo, che oggi i generali della giunta al governo condannano, ma che fu appoggiato dalla complicità attiva del potere, come documenta un’inchiesta di Giulio Meotti sul Foglio. Netanyahu “avvia consultazioni con il Cairo” (Osservatore Romano) e cerca di evitare il deterioramento ulteriore delle relazioni con Egitto e Turchia (Zecchini su Le Monde). Ma la percezione è che “un nuovo nemico” si sia aggiunto a quelli tradizionali (Paci sulla Stampa) aumentando le difficoltà dello Stato ebraico, anche perché l’appoggio americano è tiepido, quanto basta per respingere la richiesta palestinese (Corriere), ma non a fermare il consolidarsi dell’egemonia turca antisraeliana sull’Egitto e il mondo arabo. A proposito degli Stati Uniti, presto la corte suprema sarà chiamata a giudicare sul conflitto fra il Congresso, che diversi anni fa ha approvato una legge per riconoscere Gerusalemme come capitale israeliana e la presidenza, che non l’ha mai applicata (Rifkin e Casey sul Wall Street Journal)
Di fronte a questa “tempesta perfetta” intorno a Israele, gli altri argomenti appaiono secondari, ma vanno comunque citati: il festival della cultura ebraica a Roma (Isman su Repubblica); la discussione della causa alla corte europea di giustizia fra Italia e Germania a proposito della responsabilità civile dell’attuale Stato tedesco rispetto ai crimini del nazismo (Buffa sull’Opinione; Ambrosino sul Manifesto); l’apertura di una filiale del più pericoloso movimento neonazista inglese a Roma (Libero e Tempo edizione romana). Da notare infine la polemica di Italia oggi contro il negazionismo rispetto alle Twin Towers, tanto più significativa in quanto un settimanale diffuso e generalmente considerato parte della stampa rispettabile come L’Espresso (dello stesso gruppo di “Repubblica”) ha diffuso in allegato un ferneticante DVD negazionista: un sintomo molto allarmante della permeabilità della sinistra democratica alle tesi estremiste dell’estrema antiamericana, antisionista, che facilmente possono passare all’antisemitismo esplicito.

Ugo Volli