Voci a confronto

Nella rassegna stampa di oggi riguardo al Medio Oriente lo spazio più largo è dedicato all’approvazione preliminare da parte del Ministero degli Interni israeliano di un progetto edilizio di cui si era peraltro molte volte parlato, per la costruzione di un migliaio di appartamenti a Gilo, che è un sobborgo ebraico di Gerusalemme, quello che qualche anno fa era stato oggetto di un sistematico fuoco di fucileria a partire da un vicino villaggio arabo, tanto da dover essere protetto da un apposito muro. Ora Israele ha annunciato da un anno e mezzo di non voler proseguire più la moratoria delle costruzioni oltre la linea verde; aveva comunque sempre escluso Gerusalemme e i suoi sobborghi; nel frattempo dalla parte palestinese non c’è stata nessuna moratoria, ma al contrario un boom edilizio. Si tratta comunque di una realizzazione edilizia limitata (diciamo una ventina di condomini) in un quartiere che non potrà che restare ad Israele, in una qualunque soluzione di pace. Ma gli Stati Uniti e l’Unione Europea si sono detti “dispiaciuti” (cosa che non hanno fatto per la recente ripresa dell’attività terroristica in Giudea e Samaria, che la settimana scorsa ha ucciso con un lancio di pietre su una macchina in corsa un israeliano e suo figlio piccolo – cosa che ha turbato molto l’opinione pubblica israeliana, anche per il sospetto di un tentativo di copertura da parte delle autorità militari israeliane della regione, e che i giornali europei e americani non hanno neanche riferito). E’ interessante comunque notare con che impeto propagandistico parlano i giornali italiani: “La ‘mano tesa’ di Tel Aviv: mille nuove colonie” ironizza ed esagera vertiginosamente Liberazione (Francesca Marretta), con il solito volontario errore geografico di attribuire la capitale israeliana a Tel Aviv invece che a Gerusalemme. Si può dire, si sa, sono estremisti. Ma anche l’Unità, che dovrebbe essere il giornale di un partito che aspira al governo, titola un pezzo del solito De Giovannangeli “Israele. Altre mille case in Cisgiordania. Cemento sul negoziato”. Un titolo stranamente riecheggiato dalla Stampa, che esagera ancor di più, titolando un pezzo di Aldo Baquis: “Israele, un fiume di cemento sulla pace”. Un fiume di cemento? Per confronto vale la pena di leggere i titoli dei giornali americani, che pure in genere non sono amici di Israele: Financial Times. “Criticato il nuovo piano di insediamenti annunciato da Israele” Wall Street Journal: “Israele va avanti con la costruzione di nuove case a Gerusalemme”.
Fra le altre notizie, ne segnalo una ancora su Israele: “Obama dà a Israele le bombe anti Iran (e lo fa sapere)” (Il riformista) si tratta di bombe aeree con una grande capacità di penetrazione nei bunker di cemento come quelli che proteggono l’industria atomica iraniana, che Israele aveva chiesto invano da tempo: un richiamo al conto alla rovescia della bomba atomica degli ayatollah. L’altra notizia, data dall’Osservatore romano è la pubblicazione di sei rotoli del Mar Morto (i più completi) ad altissima risoluzione sul web: una realizzazione comune del Museo di Israele e di Google, che si può vedere a questo indirizzo: http://dss.collections.imj.org.il/.
Concludo questa nota augurando a tutti i lettori shanà tovà u metukà: che anche le notizie di questa rassegna possano essere nell’anno che viene meno allarmanti e più pacifiche per Israele e per tutta l’umanità.

Ugo Volli