Voci a confronto

Dopo gli scontri dei giorni scorsi che hanno visto la morte di quasi quaranta copti ed il ferimento di alcune centinaia di persone, tutti i quotidiani di oggi analizzano quegli avvenimenti. Dan Segre sul Giornale si chiede, con la sua solita lucidità, chi stia dietro questi incidenti; i Fratelli Musulmani, dei cani sciolti o i capi militari spaventati per il proprio futuro? I militari terranno il controllo, scrive Segre, ma si chiede pure: quali militari? Gli alti ufficiali che oggi detengono il potere, o i capitani ed i tenenti che oggi si tengono nascosti, ma che hanno le armi in pugno? Sergio Romano sul Corriere scrive che i militari egiziani sperano di aver trovato alleati nei battaglioni dei Fratelli Musulmani, e ritiene che questa “non sia una cattiva strategia”. Aggiunge Romano che i religiosi hanno individuato il nemico nella comunità copta, che è detestabile perché ad essa appartengono i ceti sociali più dinamici della società egiziana. Verrebbe voglia di invitare Romano ad allargare questo ragionamento e cercare di comprendere quanto sta realmente succedendo in tutto il Medio Oriente. Chi questo lo ha compreso perfettamente è Fausto Biloslavo che, in un articolo pubblicato sul Giornale, riprende la gravi parole pronunciate dal Gran Muftì di Damasco (noto in Medio Oriente come attivo sostenitore del dialogo!): se l’Europa lancia missili sulla Siria, i kamikaze saranno pronti a colpire la UE. Scrive ancora Biloslavo che in Tunisia ed in Libia la primavera sta aprendo la strada ai fondamentalisti, mentre i cristiani iraniani esuli in Europa vengono minacciati dai Soldati dell’Imam nascosto. Andrea Fontana su Nazione, Resto del Carlino e Giorno scrive che i generali egiziani, forse memori di quanto successe in Iran, cercano di proteggere il proprio futuro per il giorno nel quale i Fratelli Musulmani saranno al potere. Emblematica è, sullo stesso tema, la fine dell’articolo di Pierre Chiartano pubblicato su Liberal: “Catherine Ashton ha espresso la sua preoccupazione, ed ora i cristiani saranno più tranquilli. I ministri degli esteri europei hanno condannato le violenze contro i copti, ed allora il governo del Cairo ha avviato un’indagine”. L’ironia di Chiartano sembra cogliere perfettamente la realtà di questi giorni. Luigi Accattoli, ancora su Liberal, osserva che, almeno fino ad ieri, troppi quotidiani hanno preferito non parlare della strage dei copti, e tanti altri lo hanno fatto in sordina, aggiungendo che “i cristiani dovrebbero creare una Lega Cristiana antidiffamazione a somiglianza di quella ebraica”.
Avvenire ha iniziato la collaborazione con Giorgio Israel del quale ha pubblicato, nei giorni scorsi, un interessante articolo, già ripreso da queste pagine. Oggi due lettori di Avvenire plaudono a questa iniziativa del quotidiano cattolico “non prono al politicamente corretto”, ed, in risposta, il Direttore ringrazia, ma scrive anche che “non tutti condividono l’analisi di Giorgio Israel”. Piero Laporta su Italia Oggi cita, dal canto suo, ampi stralci dell’articolo di Israel lodando Avvenire che ha colto l’opportunità di offrire una visione comune ad ebraismo e cattolicesimo, augurandosi che possa far riflettere e coinvolgere anche i musulmani.
In Francia il Figaro ritorna sull’iniziativa dello scrittore israeliano Yoram Kaniuk e scrive che già 200 persone hanno chiesto di vedere cancellata dai propri documenti la propria appartenenza alla religione ebraica. La Corte Suprema israeliana si deve ancora pronunciare in merito, dopo la sentenza del tribunale favorevole a Kaniuk, ma il quotidiano francese, quando scrive che oltre il 50% degli israeliani osserva comunque lo Yom Kippur ed il digiuno, mostra di non comprendere il significato dell’ebraismo laico. Le Monde, in un articolo di Laurent Zecchini, esprime severi giudizi contro gli estremisti ebrei che si sono macchiati dei crimini già stigmatizzati da chi scrive nella settimana scorsa. Purtroppo Zecchini non dimostra la dovuta imparzialità e, citando come fa spesso B’Tselem, vede il male quasi da una parte sola, e non comprende che se i militari di stanza nei pressi delle colonie rimangono strategicamente fermi, così non è per la polizia subito inviata dal governo ad investigare ed anche, come è appunto successo nei giorni scorsi, ad arrestare i colpevoli man mano che venivano identificati.
Sul Riformista Andrea De Consoli parla della sua recente visita ai luoghi santi durante la quale si è lasciato commuovere dai muezzin a tal punto da scrivere che “in questo momento di primavera araba se un governo israeliano dovesse finalmente accogliere i palestinesi in uno stato laico (e questo che vogliono Fatah e Hamas? ndr) e plurale (è finita la ricerca dei due stati in pace tra di loro? ndr), Israele diventerebbe in poche ore il centro della diplomazia mondiale, l’acqua sui tanti fuochi fondamentalisti”, per concludere il suo articolo scrivendo che ciò “accadrà quando nascerà un nuovo Rabin”. Vorrei invitare i lettori a ricordare le parole che si leggevano su Rabin quando il generale era il capo del governo di Israele.
Ritengo infine di chiudere l’odierna rassegna invitando i lettori a leggere A.Alf. su Avvenire che riporta le sacrosante parole di Vasco Rossi, scatenato contro Nonciclopedia: “andatevela a vedere prima di parlare” ha tuonato il noto cantante dopo che qualcuno ha scritto su Nonciclopedia che Anna Frank “se l’è voluta perché ebrea”. E’ il solito ritornello della colpa che ricade sul più debole, e triste è, al contrario, leggere su Europa, a questo proposito, che “un cantante ultrasessantenne non capisce i meccanismi del web…chiunque voglia una rete libera sa che fa parte del gioco. Se poi si chiede, vengono cancellati.” Fa parte del gioco? Basta chiedere e vengono cancellati? Ma che cosa scrive Europa! E poi ancora: “le querelle di un vecchio ex ribelle contro dei ragazzini sono patetiche”. Bel modo di insegnare i fondamentali della vita ai giovani. Vadano a rileggersi, i responsabili di Europa, le cifre dell’antisemitismo in Italia riportate oggi da Dimitri Buffa e ci meditino sopra, mentre, coi lettori di Moked, io ringrazio Vasco Rossi.
Emanuel Segre Amar