Voci a confronto

Se qualcuno si era fatto delle illusioni sulla “primavera araba”, oggi è il giorno giusto per abbandonarle. Dopo la vittoria alle elezioni tunisine del partito islamista “moderato” (abbastanza moderato per essere fuori legge prima delle rivolte e per essere affiliato alla Fratellanza Islamica), e la proclamazione della sha’aria come fonte del diritto in Libia, il quadro è chiaro: “La primavera araba è un buco nero” (Fiamma Nirenstein, Il Giornale). “Con la sharia a Triboli inizia l’inverno arabo” (Vittorio Emanuele Parsi, La Stampa) “Si rischia l’islamonazionalismo” (intervista a Fuad Allam di Barbara Uglietti, L’avvenire); perfino i giornali di sinistra tradizionalmente filoarabi dicono la stessa cosa: “La deriva islamista contagia tutto il Maghreb” (Hutter sul Fatto); “Il vento dell’islam soffia sulla primavera” (Sgrena sul Manifesto), “La tunisia volta pagina nel segno degli islamisti” (Gonnelli sull’Unità). Solo Repubblica è inossidabile nella deformazione filoislamica dei fatti: “La Tunisia sceglie l’Islam moderato” (Cadalanu) e “Se la religione diventa l’unica fonte del diritto” – sottinteso, tranquillizzatevi, è normale di Renzi Guolo.
Fra le altre notizie da segnalare un titolo orribile della Gazzetta dello sport:”la maratona squarcia il muro della vergogna”, o proposito di una minimaratona da Betlechem a Jerushalaim, che passa oltre i punti di controllo, con l’avvallo del ministero del turismo israeliano. In realtà il pezzo di Gainluca Pasini dice correttamente che la barriera di protezione è stata costruita per impedire gli attentati; ma l’ideologia del titolista ha costruito un titolo insensato: la vergogna è soprattutto sua e del direttore della Gazzetta che consente queste stupidaggini.
Da segnalare ancora il passaggio alla giunta comunale di Roma della delibera sul Museo della Shoà (Il Tempo), la conferma di uno scambio di prigionieri con l’Egitto per liberare un israelo-americano detenuto (Il Manifesto), il rifiuto della Turchia degli aiuti internazionali e in particolare di quelli offertia da Israele (Simona Verrazzo su Libero), l’abbraccio non inconsueto fra estrema destra e estrema sinistra, questa volta fra partito nazista americano e indignados di “occupy Wall Street”, naturalmente per l’opposizione alla demo-giudo-plutocrazia (Glauco Maggi su Libero). Importante infine l’articolo di Giulio Meotti sul ruolo dell’Unesco nell’appoggio ai palestinesi contro Israele (Il Foglio)

Ugo Volli