Nevo traccia la simmetria della vera amicizia

Nato allo scopo di diffondere la conoscenza della cultura ebraica e della sua produzione letteraria, il Premio letterario Adei-Wizo Adelina Della Pergola celebra quest’anno l’undicesima edizione. Appuntamento all’Accademia Navale di Livorno lunedì 13 novembre a partire dalle 17. Cinque i libri finalisti selezionati dalla giuria: per la categoria principale, oltre all’opera vincitrice “La simmetria dei desideri” di Eshkol Nevo, anche “Fratture” di Irit Amlel e “È andata così” di Meir Shalev. Per il premio narrativa ragazzi “Il quinto servitore” di Kenneth Wishnia, vincitore di categoria, e “La caccia di Salomon Klein” di Massimo Lomonaco. Una menzione speciale è andata a Claude Lanzman per il suo “La lepre in Patagonia”.

“La Simmetria dei desideri è il titolo più bello tra tutte le edizioni del mio libro uscite nel mondo. ‘Desideri’ e ‘simmetria’ sono parole così evocative. Trasmettono perfettamente ciò che volevo raccontare”. È soddisfatto Eschkol Nevo del trattamento che il suo secondo romanzo, edito da Neri Pozza, ha ricevuto in Italia. E non solo per la scelta del titolo, che coglie la dimensione poetica del racconto come non può certo l’inglese World cup wishes.
Il pubblico italiano ha dimostrato ancora una volta il suo apprezzamento per la letteratura israeliana. Il conferimento del Premio letterario Adei-Wizo Adelina Della Pergola è un’ulteriore soddisfazione per Nevo, oltre che un valido motivo per tornare in Italia, paese che ama particolarmente.
“Ho una grande passione per la letteratura italiana, soprattutto per quella contemporanea. Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Italo Calvino con il suo ‘Se una notte d’inverno un viaggiatore’: sono autori verso cui provo un legame speciale – racconta lo scrittore – Il fatto è che la letteratura italiana, a mio parere, presenta una forte affinità con quella israeliana. Una vicinanza e una somiglianza che invece non trovo in altre realtà letterarie, come per esempio leggendo i romanzi scandinavi”.
Forse potrebbe essere questa la ragione per cui anche il pubblico italiano è tra i principali estimatori degli scrittori israeliani. Anche se, a parere di Nevo, è tempo che approdi nel Belpaese in modo definitivo anche la produzione della nuova generazione di autori dello Stato ebraico, dopo i mostri sacri di Amos Oz, David Grossman e Abraham Yehoshua (“che però rimangono maestri che ammiro profondamente” precisa). Figlio di due professori universitari e nipote di Levi Eshkol, primo ministro dello Stato d’Israele tra il 1963 e il 1969, Eshkol Nevo è nato a Gerusalemme nel 1971. Dopo un’infanzia trascorsa trasferendosi continuamente da una località all’altra d’Israele (oltre che per un anno negli Stati Uniti), ha studiato pubblicità alla Tirza Granot School e poi psicologia alla Tel Aviv University ed è attualmente docente di scrittura e pensiero creativo in vari atenei israeliani. Il suo primo romanzo, Nostalgia, pubblicato nel 2004, racconta l’Israele in tumulto dopo la morte del Primo Ministro Yitzhak Rabin nel 1995, attraverso le vicende di sei abitanti di un piccolo villaggio alle porte di Gerusalemme, Maoz Zion, in un indistricabile intreccio tra le loro storie e la Storia con la S maiuscola. Il libro ha raccolto l’apprezzamento sia della critica che del pubblico, rimanendo per 60 settimane nella Israeli best-seller list e vincendo diversi premi, al punto da essere addirittura inserito nel curriculum scolastico dei licei israeliani. Ma se in Nostalgia è forte l’influenza del conflitto, della politica, dei problemi che rappresentano una presenza eterna e incombente nella vita israeliana, ne La simmetria dei desideri l’approccio è completamente diverso.
Il punto di partenza è molto semplice: quattro amici, legati sin dai tempi della scuola, si ritrovano a guardare insieme i Mondiali di calcio di Francia 1998 e decidono di mettere nero su bianco i propri desideri più profondi per i successivi quattro anni. Nel 2002 durante la Coppa del Mondo in Giappone e Corea del Sud arriverà il tempo di trarre i bilanci e verificare cosa nella loro vita si è realizzato. “Fino a questo punto, la storia è vera – sottolinea Nevo, spiegando la valenza della componente autobiografica ne La simmetria dei desideri – Questo momento rappresenta un episodio che si è verificato nella mia vita. Poi tutto diventa racconto, anche se questo non rende il libro meno reale. È un romanzo con cui ho un legame particolare perché racconta un sentimento intimo, quello dell’amicizia, che è il vero tema portante dell’opera”. La Coppa del mondo che compare nel titolo in inglese infatti non deve trarre in inganno: il calcio è solo un pretesto, il rintocco dell’orologio che scandisce il tempo della vita dei quattro protagonisti. Anche se Nevo non riesce a trattenere una battura di spirito: “L’interesse per i Mondiali di calcio in Israele è quasi un’ossessione, ogni quattro anni desideriamo ardentemente che la nostra nazionale si qualifichi per disputarli, e ogni volta rimaniamo delusi. Ma insomma, mica bisogna avere una squadra da tifare per appassionarsi di calcio!”). I quattro giovani sono Ofir, il pubblicitario che sorprende tutti con il suo desiderio di pubblicare un libro di racconti, Amichai, che lavora nelle televendite e desidera aprire una clinica per la terapia alternativa, il determinato Churchill, avvocato, che non aspetta altro che di mettere le mani su un caso davvero importante e infine Yuval, la voce narrante, che vuole sposare la donna dei suoi sogni e avere dei bambini. Hanno trent’anni in Israele e pensano alla vita che hanno e a quella che vogliono costruire. Senza però riuscire a superare la sensazione di precarietà che li circonda, di camminare su un velo che in ogni momento può essere lacerato dall’irrompere dei problemi della società. Nel dipanarsi del racconto una domanda rimane sullo sfondo: se l’amicizia, e in particolare quella profonda e stretta che caratterizza un gruppo di giovani uomini, è capace di farti crescere, o al contrario ti tiene fermo.

Rossella Tercatin, Pagine Ebraiche, novembre 2011