Voci a confronto
Fiamma Nirenstein firma oggi un articolo che descrive, con molta attenzione, quanto sta succedendo in tutti i paesi che vanno dalla Tunisia fino alla Turchia di Gul ed Erdogan; nessuno, a parte Fiamma, ricorda che, mentre a Vienna Gul rifiuta sia la foto di gruppo che la partecipazione alla cena conclusiva dei rappresentanti di tanti paesi riuniti per discutere delle recenti decisioni economico-poltiche dell’Europa, Erdogan sollecita l’apertura totale nei confronti di Hamas, vero rappresentante dei palestinesi (e ricordiamo che lo stesso Erdogan è stato appena nominato uomo dell’anno negli USA ndr); l’Internazionale islamica sta preparando un nuovo califfato, un impero da 250 milioni di persone. Intanto, ci ricorda Fiamma Nirenstein, l’Islam conquista sempre più spazio anche in Olanda e in Belgio dove si deve constatare che ad Anversa una nuova Corte si instaura (come già tante che operano in Inghilterra) per creare un sistema legale parallelo. Diametralmente opposta è, invece, l’analisi di De Giovannangeli che su l’Unità scrive che con la primavera avremmo a che fare con “una generazione post islamista” (il che potrebbe anche essere vero se si dicesse che è risultata del tutto minoritaria ndr), aggiungendo che “il senso di appartenenza non è più fondato sull’elemento religioso”; tali affermazioni sono supportate dalla falsa dichiarazione che non si bruciano più bandiere USA ed israeliane, ma che al contrario si vedrebbero solo “bandiere nazionali”. De Govannangeli arriva a sostenere che non vi è antisionismo nelle recenti rivoluzioni che vorrebbero portare al potere “un Islam che separi nettamente Stato e Moschea”.
Gravi episodi sono successi in Israele dove gruppi di ebrei estremisti hanno attaccato basi dell’esercito per protestare contro l’abbattimento di nuovi insediamenti illegali; ne parlano numerosi quotidiani come, ad esempio, l’Avvenire con una breve, ed il Fatto Quotidiano dove purtroppo Roberta Zunini si guarda bene dal far osservare che Israele è un stato di diritto nel quale la Corte Suprema ha il potere di far rispettare le leggi; l’articolista del Fatto preferisce descrivere l’episodio di ieri come frutto inevitabile del caos. Non migliore Michele Giorgio che sul manifesto aggiunge numerose altre accuse ad Israele, tra le quali l’episodio che ha visto un gruppo di religiosi entrare nella “cosiddetta Tomba di Giuseppe”. Laurent Zecchini su le Monde firma un articolo nel quale denuncia gli ultraortodossi che, a Gerusalemme, si accaniscono con volgari ed offensivi sputi contro i cristiani che incrociano nella pubblica via; tribunali ed autorità religiose e civili si scusano, ma bisognerà trovare, anche con l’ausilio delle moderne tecnologie, dei sistemi per bloccare questi episodi. Francesco Battistini dedica un articolo pubblicato dal Corriere alla Grotta della Natività, non più restaurata da 150 anni; come sempre Battistini non è tenero con le autorità israeliane, a suo dire colpevoli di rendere la vita difficile, ad esempio bloccando l’importazione di necessari strumenti tecnici; saranno Abu Mazen ed i sauditi gli artefici di un miracolo in un luogo dove, per veti incrociati tra le diverse chiese cristiane, non si è mai riusciti neppure a togliere una vecchia scala di legno entrata a fa parte dell’immagine a tutti nota della facciata della Grotta?
Di grande interesse l’articolo pubblicato sul Foglio e firmato dall’americano Nir Rosen; dopo aver descritto le origini politiche e religiose degli alawiti, minoranza da sempre presente nelle montagne siriane, l’articolista descrive quanto ha potuto osservare in un lungo giro attraverso la Siria, tra mille pericoli e difficoltà; ne viene fuori una lunga serie di orrori. E’ poi significativo che in questo articolo, pubblicato inizialmente su al Jazeera, si possa leggere che si devono escludere coinvolgimenti israeliani in quanto sta succedendo; infatti, scrive Nir Rosen, “se fosse stato Israele a ferire un siriano, l’avrebbero portato in ospedale…e gli israeliani hanno più compassione di questi altri (al Qaeda ndr) che sono selvaggi”.
Giulio Meotti sul Foglio scrive che la recente esplosione in una fabbrica iraniana di metalli sarebbe dovuta ad un’azione del MEK, i mujaheddin del popolo, principale gruppo di opposizione al regime di Khamenei; tutti i principali dirigenti del MEK si trovano al momento in esilio (in Francia ed in Irak principalmente), ma in Iran esistono tuttora delle cellule attive. Sarebbe interessante sapere se Obama, a parole molto ossequioso con gli ayatollah (ha perfino chiesto loro di avere la cortesia di restituirgli il drone che gli hanno sottratto), dopo aver annullato i finanziamenti destinati all’opposizione iraniana, li avesse per caso mantenuti di nascosto.
Discutibile l’intervista di Alberto Mattioli (La Stampa) alla bulgara Irina Bukova, direttore generale dell’Unesco; Mattioli non spiega in alcun modo le tante colpe di questa organizzazione dell’ONU e le ragioni che hanno portato gli USA a sospendere i finanziamenti all’Unesco, ma preferisce dire che Obama mantiene stretti legami di collaborazione.
Ho volutamente lasciato per ultimo l’articolo di Franco Marini pubblicato su Rinascita sotto il titolo: La storia oscurata dei rapporti fra Himmler, Eichmann ed i portavoce dell’Agenzia Ebraica. Queste parole meritano infatti una attenta risposta storica che mi auguro possa essere fatta nei giorni a venire da qualche studioso. Qui mi limito a riportare alcune frasi; i sionisti erano in combutta coi dirigenti nazisti, e “se un fenomeno politico come storicamente è stato quello nazionalsocialista non fosse spontaneamente germogliato, solo per le mire sioniste qualcuno avrebbe dovuto inventarlo esattamente per quel che poi è stato”. Anche oggi, quindi, invito a riflettere attentamente; Rinascita sarà pure un giornale di seconda o di terza categoria, ma tutte le squadre, anche in tempi relativamente brevi, hanno la possibilità di salire in serie A.
Emanuel Segre Amar