Qui Milano – L’opposizione commenta le dimissioni
del vicepresidente

Sette Consiglieri della Comunità ebraica di Milano che non si riconono nell’attuale maggioranza di governo hanno emesso una nota, pubblicata dalla newsletter comunitaria, riguardo alle dimissioni annunciate negli scorsi giorni dal vicepresidente della Comunità Alberto Foà:
“Alberto Foà, Vicepresidente della Comunità di Milano e assessore al Bilancio, al Personale e ai Tributi, ha presentato le proprie dimissioni da tutti i suoi incarichi comunitari. Sappiamo che molto verrà detto in questi giorni e, complici le vacanze invernali, avremo tutti modo di riflettere serenamente in proposito, ma fin da subito abbiamo il dovere di chiarire alcuni punti.
Le dimissioni di Alberto Foà ufficializzano quanto diciamo da tempo. Esiste una crisi della maggioranza che è uscita dalle urne alle ultime elezioni milanesi, una crisi che sarebbe riduttivo e semplicistico ascrivere a incomprensioni personali. Non basta osservare che ancora una volta Roberto Jarach nel ruolo di Presidente della Comunità ha saputo più dividere che unire, perdendo i pezzi della propria maggioranza (leggete le dichiarazioni di Foà per comprendere il clima). Purtroppo qui c’è qualcosa di più. Un’ampia maggioranza (i 10 consiglieri della lista Ken affiancati da Avram Hason, su un totale di 19) era tale solo sulla carta. Gruppi molto diversi con idee molto diverse hanno pensato che bastasse sommare i loro voti per guidare la Comunità. Sull’onda della paura della crisi e dei debiti hanno vinto le elezioni, ma poi non hanno saputo proporre una visione che li tenesse uniti, che guardasse oltre i conti – e ora i conti non tornano più.
Nonostante l’indubbio merito di aver riorganizzato e ricontrattato il debito comunitario con le banche – un’operazione che era obbligata per qualunque giunta e che abbiamo appoggiato – non hanno saputo tagliare le spese, ma hanno invece assunto nuovo personale e per cercare di far quadrare il bilancio hanno deciso di vendere il patrimonio immobiliare e di puntare tutto su una riscossione più che rigorosa dei tributi. Forti soprattutto con i deboli, hanno dato un inedito mandato all’Esatri per riscuotere anche poche centinaia di euro; e allo stesso tempo sono riusciti a litigare con i principali fundraiser comunitari.
Per tempo abbiamo detto che tale politica era ancora una volta coerente solo ‘sulla carta’, ma dannosa nella realtà, perché ci avrebbe consentito di riscuotere pochi soldi in più ma avrebbe inferto certamente una profonda ferita al rapporto tra molti ebrei e la Comunità. Ora sappiamo che più di 400 persone si sono cancellate dagli elenchi nell’ultimo anno, in un modo o in un altro. Anche per chi nella maggioranza si limita a ragionare solo sui numeri ci sono molti buoni motivi per fermarsi e per pensare a come riparare. Eppure oggi il Vicepresidente Foà tenta di far passare l’idea che la crisi nei rapporti interni alla maggioranza, il fallimento dei suoi principali provvedimenti, l’incapacità sua e del Presidente Jarach di presentare un serio Bilancio Preventivo, siano in parte attribuibili alle nostre newsletter. Come sempre, noi indichiamo la luna degli irriducibili contrasti nella maggioranza e loro vi invitano a concentrarvi sul dito. È certamente surreale, ma se non rispondessimo subito alcune persone potrebbero crederci.
Abbiamo scelto un modo responsabile di fare opposizione: avremmo potuto fare ostruzionismo e non l’abbiamo fatto, ci saremmo potuti dimettere in massa e far cadere il Consiglio e, nonostante la tentazione, non lo abbiamo fatto. Nella pratica quotidiana abbiamo contribuito a far rientrare a scuola gli studenti respinti dalla politica di rette della maggioranza, a far ritornare molti tra gli iscritti che volevano cancellarsi e abbiamo risolto il grave contenzioso con l’Inpdap – soprattutto grazie all’eccezionale aiuto di Walker Meghnagi e Daniela Zippel, due Consiglieri che sono stati poi costretti a dimettersi dall’arroganza di questa maggioranza.
Certo, abbiamo criticato pubblicamente l’operato della Giunta, ma questo è il ruolo al quale siamo stati relegati da una maggioranza che, forte dei suoi numeri, ha preso molte decisioni senza ascoltare i nostri consigli, anzi tenendoci per molto tempo letteramente fuori dalla porta dove avvenivano le riunioni senza nemmeno il diritto di sapere ed ascoltare. Se fossimo restati in silenzio avremmo dimostrato di non avere rispetto degli iscritti e della Comunità. Ma il “tanto peggio, tanto meglio” non fa parte della nostra cultura. Siamo convinti che si debba continuare a lavorare per mettere in sicurezza il bilancio, e nello stesso tempo si debba avere ben chiaro che, se non vogliamo diventare un museo dell’ebraismo passato, al centro della nostra Comunità deve continuare a esserci la scuola. Dobbiamo fare di tutto per poter abbattere le rette della scuola e per aumentare gli studenti, e dobbiamo convincere le altre Comunità e in primis l’UCEI che è interesse di tutto l’ebraismo italiano continuare a garantire una scuola ebraica a Milano. Ci aspettano problemi enormi, che potranno essere superati solo se la Comunità sarà in grado di recuperare tutte quelle risorse sia economiche sia in termini di professionalità e di entusiasmo che si sono allontanate nell’ultimo anno e mezzo”.

Sara Modena, Michele Boccia, Rami Galante, Simin Livian, Guido Osimo, Yasha Reibman, Raffaele Turiel