Gli artisti e le epoche
Sono ormai immersa da tutta la vita nella storia dell’arte italiana così come nella storia dell’arte ebraica e l’esperienza mi ha insegnato che è necessario sempre storicizzare i fenomeni e considerarli in un quadro specifico e comparativo. Mi fermo solo su un punto toccato da Daniele Liberanome, sebbene da profana avrei da dire molto anche sugli altri. Immagino che le chanukkiot a cui si riferisce siano quelle in bronzo situabili stilisticamente tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, molte delle quali attribuite erroneamente alla famiglia de Levis. Premesso che alcune di quelle presenti nei musei e nelle collezioni sono repliche, per non usare la parola ‘falsi’, è necessario aggiungere poche osservazioni. Esistevano in quegli anni repertori di modelli, per la maggior parte stampati in Germania e in Francia, da cui tutti gli artefici indistintamente attingevano temi figurativi e decorativi, sia che li utilizzassero per chanukkiot, dove, in ambito ebraico, era permessa una maggiore libertà espressiva, sia in campo profano, dove elementi analoghi erano utilizzati per decorazioni di mobili, di portoni, di fontane ecc. Ugualmente facevano le ricamatrici, questa volta ebree, le quali non si distinguevano dalle colleghe per i caratteri stilistici adottati, avendo di fronte i numerosi libri di modelli pubblicati sul finire del Rinascimento. Poiché gli artisti erano in quelle epoche solamente cristiani, componevano gli oggetti in base al gusto del momento e ai limiti imposti dal committente. Inoltre gli stessi oggetti potevano essere replicati all’infinito, come si può dedurre dall’affievolirsi dei particolari e dalla minore definizione delle superfici dovuto alla consunzione degli stampi, fenomeno che si ripeteva in altri paesi (vedi Olanda), anche perché i repertori erano spesso i medesimi.
Diversa è la situazione nell’Ottocento e nel Novecento, quando artisti ebrei, autori materiali degli arredi, li interpretavano in base ad una propria interna sensibilità e con una maggiore consapevolezza. Bernard Berenson espresse questi concetti molto più efficacemente di quanto io possa fare.
Dora Liscia Bemporad