Voci a confronto
Oggi si svolge ad Amman il primo incontro fra negoziatori israeliani e palestinesi da un anno e più. E’ un colloquio in cui si dovrebbe parlare non di temi concreti, ma dell’inizio delle trattative, concordato per soddisfare l’ultimatum del Quartetto alle due parti, perché ricomincino un processo negoziale entro fine gennaio (notizie non firmate sul Fatto e sull’Osservatore romano). Ma è abbastanza chiaro che i palestinesi non sono affatto disposti a rinunciare alle loro precondizioni per la trattativa (in sostanza già più di quel che Israele può concedere alla fine: blocco dell’edilizia oltre la linea verde e riconoscimento delle linee armistiziali del ’49 come “confini”) E in effetti continuano la “riconciliazione nazionale” con Hamas (che sta consolidando i suoi rapporti con la Turchia (notizia su Libero, M.F. sulla Stampa), e fa sapere che progetta un’offensiva internazionale politico-diplomatico-giuridica sulle linee dello scorso anno, benché fallimentari (Haaretz).
Il tema del giorno riguarda però la conclusione delle esercitazioni iraniane che simulavano il blocco dello stretto di Hormuz, da cui passa metà del greggio mondiale: gli iraniani hanno lanciato quattro missili definiti a lungo raggio (Vannuccini su Repubblica), ma in realtà con portata di 200 km, buoni per attaccare i paesi del Golfo e le basi americane, non Israele. Spirano dunque “venti di guerra” sul Golfo (Gramaglia sul Fatto) o addirittura si può dire che l’Iran starebbe “cercando di farsi attaccare da Israele” come sostiene Panella su Libero Ma in realtà la partita è “doppia” e più seria della minaccia militare sul Golfo sono le sanzioni finalmente firmate da Obama, che puniscono chiunque abbia rapporti con la banca centrale iraniana (Speciale sul Riformista). Vi è un problema di credibilità, in questa minaccia reciproca (Di Nolfo sul Messaggero). In realtà la questione è molto intricata, è possibile che sia giusta l’analisi di Dan Segre (Giornale) per cui l’Iran starebbe “alzando il tiro per salvare Assad” o quella di Pio Pompa (Foglio) per cui Russia e Cina starebbero manipolando l’Iran per aumentare la loro influenza in Medio Oriente. O, come dicono molti, che la tensione attuale rispecchi dinamiche interne al regime iraniano fra Ahmadinejad e Khamenei e i timori iraniani per essere diventati marginali sul mercato petrolifero (Negri sul Sole). E’ probabile che la situazione tattica sia meno drammatica di quel che si scrive (Ranieri sul Foglio), ma certamente sul piano strategico le possibilità di uno scontro aumentano, perché un Iran aggressivo, che minaccia continuamente Israele e armato di bombe atomiche non è sostenibile. E’ chiaro che Israele si prepara all’evenienza di una guerra terribile (intervista a Steinberg sul Mattino).
Per finire una notizia di cronaca interna: è stato gambizzato da sconosciuti l’ex terrorista dei Nar Bianchi, che si era reso noto alle cronache alcuni mesi fa, durante la “parentopoli” dell’Atac romano, per le sue tirate antisemite (Angeli e Orlando su Repubblica). Sarebbe interessante capire chi sia stato.
Ugo Volli