Silenzi inspiegabili
Vorrei ringraziare Anna Foa e quanti su l’Unione informa e altri organi di stampa senza circonlocuzioni e motivazioni insostenibili, hanno richiamato l’attenzione su quello che per la gran parte della società democratica israeliana è divenuto da tempo un fenomeno intollerabile.
Con i ben noti episodi di discriminazione contro le donne e di offensivo accostamento alla Shoah delle ultime settimane, l’estremismo religioso di alcuni settori ortodossi (definiti benevolmente “minoranze”) ha raggiunto prima e superato poi livelli insopportabili di intolleranza e di fanatismo paragonabili – senza alcun motivo di ripensamento – a quanto caratterizza le società più retrograde della nostra epoca, particolarmente quelle asiatiche in lotta contro Israele.
Di fronte agli avvenimenti di ripetuta discriminazione ortodossa nei confronti di donne e bambine, in Israele ci si attendeva una presa di posizione energica, decisa, indiscutibile e indignata non solo dal settore laico ma anche, e soprattutto, dagli ambienti religiosi non ortodossi; aspettative e sostegni, questi ultimi, che sono venuti nuovamente in gran parte a mancare, tranne la sporadica voce e l’intervento isolato di alcuni rabbini.
L’Italia degli ultimi anni è ben consapevole del fatto che sulle sue coste approdano quasi quotidianamente immigrati, spesso dotati di inaccettabili norme di estremismo religioso e di discriminazione femminile, intollerabili e respinte dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani. Di fronte a questo risulta inspiegabile il silenzio che ha finora caratterizzato la voce degli ambienti religiosi ebraici italiani.
Sandro Di Castro, Haifa