letterati…
Il fascismo e l’antisemitismo (quando non il filonazismo) di grandi letterati e pensatori è un argomento che produce sempre opposte fazioni belligeranti. Eppure la questione sembra così semplice. Si pensi a T.S. Eliot, a Pound, a Céline. Non occorre rinunciare al riconoscimento della loro arte per dichiararli fascistoidi, razzisti, pieni di sciagurati pregiudizi. Ma dichiararli fascistoidi, politicamente e umanamente deplorevoli, non significa dover rinunciare alla loro arte. Si può evitare di leggerli, ma ci si può anche convivere senza problemi, per non attuare a nostra volta una forma di pregiudizio. Insomma, non occorre assolvere Heidegger dalla sua vicinanza al nazismo per riconoscergli originalità di pensiero. Non creiamo demoni, ma non creiamo neppure santi. E non eleggiamoli a maestri di vita. Semplicemente: grandi nell’arte e nel pensiero, ma piccoli e meschini nel quotidiano. Una doppiezza che è di questo mondo. In fondo, in persone così ci si può imbattere a ogni angolo di strada. L’importante è aver la fortuna di riconoscerle.
Dario Calimani, anglista