Voci a confronto

“Alcune lezioni per sapere come vanno le cose nell’Italia del 2012, alla vigilia delle solenni celebrazioni della Giornata della Memoria. Prima lezione: alla vigilia delle celebrazioni della Giornata della Memoria un giudice ha appena condannato un giornalista, Peppino Caldarola, reo di aver satiricamente criticato una vignetta satirica di Vauro Senesi sul Manifesto, in cui si caricaturizzava una donna italiana ebrea, Fiamma Nirenstein, con il naso adunco, secondo una tradizione iconografica antisemita che certamente Vauro ignora (dobbiamo dire così, perché altrimenti se si critica troppo Vauro, si perde in tribunale), e che risale alle copertine della «Difesa della Razza» e prima ancora dei «Protocolli dei Savi Anziani di Sion». Seconda lezione: se il posto dove critichi ferocemente una vignetta satirica è esso stesso un contenitore satirico intitolato Mambo, come è avvenuto in questo caso con Caldarola, un giudice rovescia la richiesta di assoluzione dello stesso Pubblico ministero, e stabilisce che il satiro politicamente scorretto deve immediatamente risarcire quello politicamente corretto (perché attaccare per principio gli ebrei e Israele è considerato politicamente corretto). Terza lezione: nei giorni che precedono le solenni celebrazioni della Giornata della Memoria se su una caricatura di una cittadina italiana ed ebrea vengono accostate la stella di David e il fascio littorio, la parte offesa, cioè la cittadina italiana ed ebrea raffigurata nella sua ebraicità attraverso la stella di Davide, deve incassare l’umiliazione in silenzio, chi offende invece può incassare la somma che Caldarola, sceso in soccorso della cittadina italiana ed ebrea offesa, è tenuto a pagare per una sentenza decisa in nome del popolo italiano (non ariano, italiano). Quarta lezione: alla vigilia delle solenni celebrazioni della Giornata della Memoria, se ti chiami Fiamma Nirenstein, se sei una cittadina italiana ed ebrea e osi addirittura presentarti alle elezioni con il Pdl, allora meriti la vignetta mostrificante con il naso adunco (libertà di satira) e nessuno potrà solidarizzare con te se il tuo nome, come accade, è contemporaneamente indicato come bersaglio da colpire e annientare in un’infinità di siti dichiaratamente antisemiti, costringendoti a muoverti perennemente (come Saviano) sotto scorta armata. Quinta lezione: alla vigilia delle solenni celebrazioni della Giornata della Memoria, puoi tranquillamente ignorare la differenza tra «ebrea» e «israeliana», raffigurare con la stella di Davide un’«ebrea» non «israeliana» e quindi sottolineare che il bersaglio della tua satira è proprio «ebrea» e quindi da svillaneggiare come «ebrea» e, anziché passare per analfabeta, passi per un campione della libertà d’espressione. Ultima lezione in forma di domanda (retorica): a che punto è l’antisemitismo nell’Italia alla vigilia delle solenni celebrazioni della Giornata della Memoria?” Ho deciso di iniziare questo commento alla rassegna stampa riportando integralmente il commento di Pierluigi Battista sul Corriere di ieri alla scandalosa sentenza che condanna Caldirola per aver diffamato, diciamo così, Vauro per la vignetta contro Fiamma Nirenstein. Mi sembra un fatto gravissimo, contro cui gli ebrei italiani dovrebbero far sentire alta e sdegnata la loro voce, un evento simbolico che denuncia tutti i limiti della Giornata della memoria, così buonista e unanime com’è celebrata oggi in Italia. La vignetta in sé, come altre di Vauro Senesi, mostra tutti i limiti delle posizioni ufficialmente antirazziste e antiantisemiti della sinistra: posizioni certamente condivise, ma che si sospendono quando c’è da far polemica politica contro Israele e la destra. Oggi in Italia è lecito, ufficialmente lecito, giuridicamente lecito rappresentare gli ebrei secondo l’iconografia antinazista, se si tratta di criticare l’impegno politico di una donna ebrea; e non è lecito criticare questa rappresentazione. E nessuno, a parte una cronaca piuttosto anodina di Avvenire e un intervento moto contorto e perfino ambiguo di Filippo Facci su Libero (“Quattro anni di delirio per una vignetta di Vauro”), non ne parla nessuno. Altro che le notizie sul ritrovamento degli schizzi fatta da un deportato di Auschwitz (notizia su Europa, articoli di Tarquini e Gotor su “Repubblica”): l’immagine della Giornata della Memoria 2012 è quella vignetta di Vauro. E altro che la notizia di una ricerca tedesca per cui un quinto degli europei ha tendenze antisemite (Ambrosini sul Manifesto , notizia sul Sole, o il dibattito sulla funzione pedagogica della Giornata della Memoria fra Valentina Pisanty e Furio Colombo (sul Fatto): in Italia le vignette antisemite (dichiarate tali a suo tempo da mezzo mondo) sono protette dalla legge, se sono di sinistra, e non c’è pedagogia che tenga. Vale la pena di sorvolare velocemente a questo punto sulle altre notizie che riguardano la giornata, sulla mostra al museo ebraico di Bologna (Resto del Carlino ), o quella della mostra di Firenze sul processo Eichmann (Nazione ), l’intervista a Amos Gitai dell’Unità , o il calendario di eventi pubblicato dal Tempo , il ricordo di Bruno Schulz sul Mattino. Vale solo la pena di concludere con la notizia di politica internazionale più significativa, cioè la scelta europea di attuare un boicottaggio petrolifero dell’Iran (Notizia di Luigi Offreddu sul Corriere, commento di Caputo sul Giornale , preoccupazioni economiche italiane in una notizia sul Sole e in un articolo di Molinari sulla Stampa). Senza troppa speranza che questo gesto importante ma tardivo possa bloccare la realizzazione del’atomica iraniana e il conflitto armato che ne potrebbe venire.

Ugo Volli