Senza braghe, ma coi cannoni

Quando l’ex-Primo ministro greco, George Papandreou, propose un referendum sull’ennesimo durissimo piano di risanamento, la risposta della comunità internazionale fu chiarissima: «Grazie e arrivederci!». Il giorno dopo Papandreou (figlio e nipote di premier) si dimise e fu nominato Lucas Papademos, ex-Governatore della Banca centrale ed ex vice-presidente della Banca centrale europea (BCE).
Se pure l’idea della consultazione fosse dettata da ragioni politiche, è difficile immaginare una rappresentazione più compiuta della «crisi della democrazia»: la politica e le istituzioni – sto semplificando una tesi radicale, discussa per esempio nell’ultimo libro di Colin Crouch, «Il potere dei giganti» – sono state fagocitate prima dal potere industriale, a sua volta spodestato da una finanza sempre più aggressiva e dilagante.
Non ho gli strumenti di valutazione di un economista. E sebbene la storia non si ripeta mai uguale a se stessa, le immagini che di Atene provocano una grande inquietudine. Disperazione, rabbia, violenza. E la sensazione profonda che i greci accetterebbero anche i sacrifici imposti, ma fatichino terribilmente di fronte alle ingiustizie evidenti (evasione fiscale intorno al 50 per cento) e alla perdità di sovranità. Tornano alla mente le immagini del 1929, l’assalto agli sportelli bancari che in Europa divenne deriva autoritaria dalle conseguenze terrificanti.
Il rischio che qualcuno pensi di sbarazzarsi dei «poteri forti» e cercare un uomo forte esiste. Tanto più che la Grecia di oggi è assai più vicina al Nordafrica in fermento che alla Germania del rigore di bilancio. In questo contesto, ho letto con sgomento la notizia degli armamenti venduti negli ultimi mesi alla Grecia. Un paese al collasso che «deve» acquistare, pena la revoca degli aiuti, due sottomarini da guerra tedeschi da 1,3 miliardi di euro, 223 carri armati Leopard II (403 milioni), più fregate, motovedette ed elicotteri francesi per un totale di quattro miliardi. Un paese senza le braghe ma coi cannoni. Quando si dice scherzare con il fuoco.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas