Qui Torino – Guido, maestro di libertà
A due anni dalla scomparsa di Guido Fubini, figura emblematica della Comunità ebraica di Torino e cofondatore e direttore della rivista Hakeillah, si è svolta nella sala del Centro Sociale la cerimonia di premiazioni di due giovani laureati vincitori del premio a lui intitolato: Stefano Galliano e Pierina Ferrara.
A ricordare la figura di Guido hanno partecipato, alla presenza dei familiari e di un numeroso pubblico, il presidente della Comunità ebraica Beppe Segre, il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Claudia De Benedetti, il presidente del Gruppo Studi Ebraici Franco Segre e il vicepresidente dell’Istituto Gaetano Salvemini Marco Bruzzi. Beppe Segre lo ha ricordato rileggendo alcuni suoi articoli, in particolare uno, pubblicato nel dicembre del 1996 e rivolto a Luciano Violante, allora presidente della Camera dei Deputati: “I morti non sono tutti uguali […] ci sono quelli che hanno deciso di vivere da servi e quelli che hanno deciso di morire liberi”. Claudia De Benedetti si è soffermata sul ruolo attivo di Guido all’interno dell’UCEI fin dagli albori: “Guido è stato tra coloro che, nei primi congressi dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, si batterono per il superamento dei decreti regi degli anni ’30 impegnandosi nella promozione del dibattito interno all’ebraismo italiano che ha portato alla nascita dell’Intesa e lo Statuto. Intellettuale impegnato e rigoroso, ha interpretato la nostra cultura in una società e in un clima politico particolarmente difficile e poco sensibile alle ragioni d’Israele e dell’ebraismo”. Franco Segre ha sottolineato il grande attaccamento ai valori, che devono prevalere sulle contingenze. Prosegue facendo riferimento alla sua caparbietà nello “stare all’opposizione”, contraddistinta però dalla disponibilità al dialogo nella radicalità delle scelte. Marco Brunazzi ha cercato di ripercorrere i momenti fondamentali della sua biografia per valutarne l’impegno di una vita: la lotta all’antisemitismo, come ha ricordato la stessa moglie Anna Maria Levi Fubini, è iniziata per Guido all’età di 13 anni, quando, mosso dall’indignazione morale, scrisse nei bagni del Liceo Classico D’Azeglio di Torino “Abbasso Hitler e Mussolini”. Questo gesto gli costerà l’espulsione da tutte le scuole del Regno. Seguirà una militanza politica e armata contro il fascismo, che lo porterà ad avvicinarsi al Socialismo Liberale proprio di Carlo Rosselli in cui regna la coppia apparentemente antitetica ‘giustizia e libertà’, e dove in realtà prevale una condizione di reciproco condizionamento e controllo. Guido Fubini è stato anche un giurista e del suo mestiere ha fatto una scelta di vita: al primo posto c’era il diritto ad essere se stessi e il conseguente diritto alla diversità. Aggiunge Brunazzi: “Si vive per la vita e non per la morte. E Guido ha vissuto per la giustizia. D’altronde non c’è vita senza giustizia”.
Ha preso poi la parola il professore Gastone Cottino, membro del Comitato Scientifico che assieme a molti altri, tra cui Brunazzi, ha presieduto alla lettura delle quattordici tesi di dottorato di ricerca inviate per il Concorso. “Si è trattato – dice Cottino – di quattordici tesi di alto livello, dove sono prevalse la passione civile, l’impegno ideologico e lo spirito critico”.
Una prima riunione di rappresentanti delle istituzioni e amici si era svolta nel luglio 2010 per discutere le attività da realizzare allo scopo di onorare la memoria di Guido Fubini: da qui è nato il Concorso. Le tesi devono vertere su uno dei tanti campi su cui Guido ha operato e scritto: diritto ecclesiastico, tutela giuridica e sociale delle minoranze, diversità e pregiudizio, storia della libertà religiosa, storia del conflitto israelo-palestinese, storia dell’antifascismo in Italia, storia del fuoriuscitismo in Francia. Il premio è stato assegnato a Stefano Galliano per la sua tesi “Egualmente liberi. Libertà religiosa e Chiese Evangeliche in Italia (1943-1955)” discussa presso la Scuola Normale di Pisa. Tesi sulla libertà religiosa della minoranza valdese che si scontra con la lotta al Comunismo: da qui deriva lo scontro con le autorità statali che ostacolano il diritto alle diversità di culto. Un premio speciale fuori concorso è stato inoltre assegnato, per volontà della famiglia Fubini, a Pierina Ferrara per la sua tesi di dottorato “Cattolici ed ebrei nelle carte degli Archivi romani: territorialità ed identità sociale nella Roma di antico regime” discussa presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
In questa tesi viene analizzato il fenomeno delle conversioni forzate nella Roma del diciottesimo secolo attraverso la ricostruzione delle reti di rapporti sociali tra gli ebrei segregati nel ghetto e due circoscrizioni cristiane limitrofe.
A contraddistinguere questi progetti di ricerca sono il rigore scientifico e il senso di passione e partecipazione, caratteristiche proprie dello stesso Guido Fubini.
Alice Fubini