Strage di Tolosa, le reazioni del mondo ebraico

Si susseguono in tutto il mondo le testimonianze di vicinanza e solidarietà agli ebrei francesi in seguito all’attacco mortale alla scuola ebraica di Tolosa. In Italia sono tra gli altri intervenuti il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti, il presidente dell’Assemblea rabbinica italiana rav Elia Richetti, il presidente emerito dell’Ari rav Giuseppe Laras, il presidente della Comunità di Roma Riccardo Pacifici, il presidente della Comunità di Milano Roberto Jarach, il presidente della Comunità di Torino Beppe Segre, il presidente della Comunità di Venezia Amos Luzzatto, il presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Daniele Regard, i parlamentari Fiamma Nirenstein, Emanuele Fiano e Alessandro Ruben, il giornalista Gad Lerner, lo storico David Bidussa e la preside della scuola ebraica di Torino Sonia Brunetti.

“Le notizie che giungono da Tolosa – ha dichiarato il presidente UCEI Renzo Gattegna – ci fanno rivivere i peggiori incubi. C’è sgomento e orrore nell’apprendere che la scuola ebraica di quella città è stata colpita da un’azione terroristica e che con armi da fuoco sono stati uccisi e gravemente feriti bambini, genitori e docenti. Se questo è potuto accadere con tanta facilità e con tanta efferatezza, significa che oramai tutta l’Europa è minacciata da gruppi e da individui che iniziano a colpire e ad uccidere gli appartenenti a minoranze, ma che evidentemente stanno progettando la distruzione della libertà, della democrazia e della pacifica convivenza in tutto il nostro continente. Le Comunità ebraiche italiane sono fraternamente vicine e condividono il dolore delle famiglie e delle Comunità francesi, nella certezza che la stragrande maggioranza della società e dell’opinione pubblica dei nostri Paesi condivida questi sentimenti. Per il momento non si conoscono gli autori dei crimini né sono apparse rivendicazioni, ma è urgente che venga fatta luce sull’identità e sui programmi di tutti coloro che, seminando odio e compiendo gravissimi crimini nel totale disprezzo della vita umana, si pongono al di fuori di qualsiasi consesso civile”.

Intervistata dal quotidiano Repubblica, la vicepresidente UCEI Claudia De Benedetti è intervenuta recuperando alcuni spaccati di vita familiare legati ai luoghi della strage. Tolosa è infatti la città dove ha conosciuto il marito e dove sua figlia ha ottenuto il diploma. Proprio alla Ozar HaTorah, la scuola dell’attentato.

“Piango – ha detto Claudia De Benedetti – per i bimbi di Tolosa e per la famiglia sterminata, vittime di un antisemitismo che non vuole morire. Come Stefano Gay Taché davanti al Tempio di Roma. Dico: Baruch dayan haemet, il Signore è un giudice giusto. Combatteremo perché non ci siano più omicidi, non più violenza selvaggia contro gli innocenti. Nonostante tutto il popolo ebraico vive, am Israel chai vechaiam”

Nel primo pomeriggio di lunedì, alla presenza tra gli altri del presidente dell’Unione, si è svolta una Giunta straordinaria della Comunità di Roma. Secondo Riccardo Pacifici, leader degli ebrei capitolini, è adesso necessario un ‘ulteriore ragionamento’ insieme alle autorita e alle forze dell’ordine sulle misure che possono essere adottate a tutela delle istituzioni ebraiche. “C’e’ un clima non buono”, osserva, legato al fatto che “in momenti di destabilizzazione e di crisi economica, laddove c’è la capacità della rete islamica fondamentalista e tanti fattori come gruppi di estrema destra che si stanno riorganizzando, quelli ebraici sono obiettivi facili che accomunano diverse ideologie in questo momento contro le nostre istituzioni”. Nel corso dell’incontro, spiega Pacifici, “sono stati dati chiarimenti a chi ci chiedeva come fronteggiare la situazione e sono state prese solo alcune accortezze nei comportamenti abituali della Comunità”. La Giunta ha inoltre deciso che un’aula sarà intitolata a tutte le vittime dell’attentato ed è allo studio la possibilità di inviare una delegazione comunitaria ai funerali delle vittime mercoledì in Israele.

“Ancora troppe poche informazioni abbiamo sull’accaduto per formulare giudizi. Di certo dobbiamo però interrogarci su quanto accade nella nostra Europa sempre più percorsa da pulsioni di intolleranza e violenza e partecipiamo a questo momento di grande dolore” ha dichiarato il presidente della Comunità ebraica di Milano Roberto Jarach nelle fasi di apertura dell’incontro organizzato lunedì sera in Comunità con lo storico francese Georges Bensoussan.

“La vendetta di un bambino ucciso – ha scritto il presidente della Comunità ebraica di Torino Beppe Segre in una lettera agli iscritti – non la può immaginare neppure il diavolo, ha scritto il grande poeta Bialik. Guardiamo atterriti e sgomenti le immagini della scuola di Tolosa, e non riusciamo ad immaginare un crimine più atroce dell’uccisione di bambini che vanno a studiare”.

E sul sospetto di un possibile attentato frutto di una strategia, Segre ricorda con perplessità: ”Se questo è potuto accadere con tanta facilità e con tanta efferatezza, significa che oramai tutta l’Europa è minacciata da gruppi e da individui che iniziano a colpire e ad uccidere gli appartenenti a minoranze, ma che evidentemente stanno progettando la distruzione della libertà, della democrazia e della pacifica convivenza in tutto il nostro continente. Anche pochi giorni fa è stato arrestato un ragazzo marocchino che pare volesse attaccare la sinagoga di Milano”.

In una nota rivolta agli iscritti il presidente della Comunità ebraica di Venezia Amos Luzzatto ha affermato:

“Ebrei veneziani, concittadini tutti, ancora una volta fasi di difficoltà, crisi economica, preoccupazioni sociali e politiche vengono tradotti da qualcuno in atti di antisemitismo. Non si tratta più solo di accuse, insinuazioni, di ripetizioni di vecchi motivi che indicano in noi ebrei le radici di tutti i mali: oggi si passa direttamente all’azione, mirando selvaggiamente all’uccisione di bambini che si recano a scuola, colpevoli soltanto di appartenere a una minoranza che ha saputo sopravvivere a discriminazioni, persecuzioni e diffamazioni, grazie alla fedeltà alla propria cultura e alle proprie tradizioni.
Se qualcuno nel tempo della Liberazione, nel 1945, avesse ritenuto il crollo della Germania nazista come la garanzia affinché quella cultura che aveva dato origine alla Shoà fosse stata sradicata e aborrita nella stessa Europa che l’aveva imposta con il sangue e l’oppressione, oggi questi nuovi episodi parrebbero un monito crudele. Gli ebrei, assieme ad altre minoranze disperse nell’Occidente che si proclama civile, sono ancora un facile capro espiatorio nei momenti di crisi. Ripetiamo assieme un principio: una società giusta e civile non può essere che quella nella quale la maggioranza si rende garante per i diritti umani, culturali, esistenziali, delle sue minoranze.
Facciamo un appello agli ebrei della nostra Comunità perché, conservando il loro sangue freddo, continuino, insistano, potenzino l’attività della Comunità stessa, come prima, più di prima; conservando una serena attenzione per prevenire e monitorare espressioni o atti di matrice antisemitica. Siamo grati a tutti coloro che ci hanno espresso la loro solidarietà e la loro amicizia. Affermiamo convinti che l’antisemitismo e il razzismo sono incompatibili con la democrazia; e siamo fiduciosi che ancora una volta la nostra città, la Provincia, la Regione sapranno essere all’altezza della situazione”.

Piangiamo assieme per tutti i caduti e per le piccole innocenti vittime dell’odio. Lavoriamo assieme per edificare, faticosamente ma con sicurezza, una società dominata dalla fraternità fra le genti. Continueremo il dialogo fra le culture e le religioni nel fermo rifiuto di trasformare le differenze in barriere, in motivi di violenza”.

Sulle dichiarazioni choc di Catherine Ashton, responsabile Esteri dell’Unione Europea, che ha fatto un accostamento tra le vittime della strage di Tolosa e i bambini palestinesi morti durante le operazioni di risposta dell’esercito israeliano agli attacchi subiti da Gaza, è intervenuto il presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Daniele Regard.

“Le dichiarazioni della responsabile Esteri dell’Unione Europea, Catherine Ashton – afferma Regard – ci hanno lasciato senza parole. Questa signora, con un tentativo fuorviante ed irrispettoso nei confronti delle vittime dell’attentato di ieri alla scuola ebraica di Tolosa, ha tentato di paragonare la morte di quei tre bambini e dell’insegnante che sono stati assassinati ieri mentre andavano a scuola, a quella dei bambini palestinesi lungo la Striscia di Gaza. Questo è purtroppo un bieco tentativo di demonizzazione dell’operato dell’esercito e del governo israeliano, del tutto inopportuno e deviante rispetto al tragico evento di ieri. Sono proprio queste le manifestazioni d’odio che abbiamo il dovere di combattere nella nostra società”.
“Chiediamo ufficialmente al Governo Italiano – conclude la nota dell’Ugei – di prendere le distanze da queste affermazioni e fare di tutto per far sospendere la signora Ashton dal suo incarico”.

”Chiunque sia l’assassino della scuola ebraica di Tolosa salta agli occhi un fatto: egli nella sua smania omicida ha prescelto dei bambini ebrei innocenti che stavano entrando nella loro scuola. La tabe dell’antisemitismo europeo e’ in questi ultimi anni in netta ripresa, particolarmente in Francia, e senz’altro il concime ideologico dell’odio piu’ antico, quello contro gli ebrei, che non siamo in grado di combattere neppure dopo la Shoah”. Lo afferma Fiamma Nirenstein, vice presidente della commissione Affari Esteri e Presidente del Comitato d’Indagine parlamentare sull’Antisemitismo. ”A Parigi – prosegue la Nirenstein – nel 2006 fu rapito Ilan Halimi un ragazzo ebreo che torturato da una banda islamofascista per tre settimane fu poi gettato a morire in una discarica. La Polizia non lo trovò perché si rifiutò di seguir le tracce dell’antisemitismo. Oggi di qualsiasi colore sia l’assassino una cosa è chiara: è un antisemita. Che la polizia francese cerchi in quella direzione e che il mondo intero combatta finalmente con decisione l’antisemitismo.”

“La drammatica notizia della sparatoria avvenuta questa mattina di fronte alla scuola ebraica di Tolosa – dice Emanuele Fiano, responsabile sicurezza del Partito Democratico – sconvolge e preoccupa. Ovviamente nelle prossime ore gli inquirenti potranno capire meglio la matrice di questo attentato, ma è fin d’ora chiaro che la somma dei morti di oggi con la notizia di poche ore fa dell’arresto di un marocchino che programmava un attentato alla sinagoga di Milano produce in tutte le comunità ebraiche d’Europa un sentimento di paura e preoccupazione per il futuro”. ”Il razzismo in generale e l’antisemitismo in particolare – aggiunge Fiano – sono sempre state la spia della decadenza delle societa’ occidentali. Occorre isolare e combattere subito con grande forza tutte le forme dell’antisemitismo e perseguire senza tregua il terrorismo in tutte le sue manifestazioni e articolazioni internazionali”.

“In tutta Europa – sostiene Alessandro Ruben, deputato di Futuro e libertà e presidente per l’Italia della Lega ebraica antidiffamazione – stiamo assistendo a un agghiacciante rigurgito antiebraico che oggi si è concretizzato con i drammatici fatti di Tolosa, dove tre bambini e un adulto hanno pagato con le loro vite il prezzo di un odio cieco e insensato”.

Per contrastare questo fenomeno, spiega Ruben, è necessario il massimo impegno da parte delle forze dell’ordine e delle intelligence nazionali e internazionali. Di qui l’invito al governo e in particolare al ministero dell’Interno affinché facciano di tutto per contrastare questa nuova ondata che parte dalla comunità ebraica ma è in realtà un attacco “a tutto l’occidente libero e democratico”. Massimo sforzo, aggiunge Ruben, deve essere anche compiuto per mantenere alta l’attenzione verso gli obiettivi ebraici presenti nel nostro paese “perché l’odio, l’antisemitismo e il sentimento antioccidentale devono essere stroncati sul nascere affinché non sfocino in intollerabili episodi di violenza come accaduto oggi in Francia”.

Così interveniva oggi sul notiziario quotidiano l’Unione informa il presidente emerito dell’Assemblea rabbinica italiana rav Giuseppe Laras:
“Di fronte a un delitto così efferato, vile e crudele come quello odierno di Tolosa ai danni di bambini inermi e di altre persone della locale Scuola Ebraica, si resta senza parole con sentimenti di sdegno, sbigottimento e dolore. Questa carica di odio inesausta, e che appare inesauribile, contro le figlie e i figli del Popolo Ebraico può indurre in noi un senso di impotenza e di disperazione. Dobbiamo sempre, però, reagire con tutte le nostre forze contro tali delitti che offendono l’umanità e la dignità degli esseri umani. L’attentato contro una Scuola, ovvero contro allievi e maestri, assume inoltre un drammatico significato simbolico, in quanto vuole profanare e distruggere, oltre al presente, il futuro, l’idea e la possibilità stessa dell’educazione e della speranza. Ci stringiamo vicini alle famiglie delle vittime con sentimenti di presenza e di partecipazione”.

“Signor Ministro, i tragici eventi avvenuti a Tolosa, nella vicina Francia, portano all’attenzione di tutti la forte necessità di garantire sicurezza nei luoghi in cui si concentra la nostra presenza”. Così rav Elia Richetti, presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, davanti ad Anna Maria Cancellieri e ad Andrea Riccardi, rispettivamente ministro dell’Interno e ministro dell’Integrazione, nella sessione inaugurale della Conferenza Permanente “Religioni, Cultura e Integrazione”. Rav Richetti si è fatto portavoce del timore che alberga tra le comunità ebraiche: nonostante il pieno inserimento nella società gli ebrei, al pari di altre minoranze, restano infatti un “gruppo a rischio”.

Sul quotidiano online Linkiesta David Bidussa, storico sociale delle idee e collaboratore del Portale dell’ebraismo italiano, offriva invece la seguente riflessione dal titolo Dopo Tolosa crescerà la voglia di rinchiudersi nel ghetto:

“Il problema da oggi a Tolosa non sarà come riaprire la scuola in cui sono stati uccisi tre bambini stamane. Non sarà nemmeno come parlare ai ragazzi. Non sarà neppure come una città si muoverà, quanto peserà questo episodio all’interno della campagna per le presidenziali. In altre parole quali saranno le risposte politiche che daranno tutti i candidati.
Il problema sarà la ridefinizione del rapporto tra una minoranza, quella ebraica, e lo spazio pubblico, cioè di tutti.
Mi spiego.
La memoria automatica fa dire che l’episodio di Tolosa va ad arricchire la galleria di una serie di luoghi simbolici del mondo ebraico francese che nel tempo sono stati “visitati” dalla violenza e dall’aggressione. Si potrebbe pensare nell’ordine alla la sinagoga di Rue Copérnique, nel 1978; e poi allo scempio sui corpi dei defunti a Carpentras nel 1988.
L’attentato alla scuola di Toloso tuttavia ha una natura diversa. Una sinagoga e un cimitero, al di là del gesto efferato, richiamano la dimensione del raccoglimento. Si è là o si è portati là, perché si è con i membri della propria comunità. Chi attacca là, lo fa perchè intende colpire proprio per dimostrare che è padrone della tua vita e anche del tuo corpo, nel caso tu sia morto. Una scuola ha un carattere diverso, riguarda i processi formativi e coinvolge le immagini, il bagaglio culturale, i contenuti che giorno dopo giorno si definiscono e “fanno crescere”. Colpire una scuola non significa dunque colpire solo il presente o la tradizione di una comunità, ma il suo futuro.
Non è un problema limitato a quella scuola e non sarà solo a Tolosa, perché ovviamente il mondo non finisce a Tolosa. Ma la tragedia di Tolosa segnerà una nuova tappa di un processo di accresciuta diffidenza verso ciò che è il mondo esterno, verso ciò che non è ebraico. A Tolosa, di fronte a una scuola, si è infranto un contratto – o forse più realisticamente, ciò che restava di un contratto – fondato sulla fiducia di ricevere tutela, ma anche sulla curiosità di aprirsi al mondo, di conoscerlo, non per diffidarne, ma per saperne di più.
Da domani una parte importante della pedagogia, della costruzione della propria personalità culturale passerà per una didattica dell’autodifesa, del controllo degli spazi, dell’allargamento della frattura tra un mondo e il resto del mondo. In breve tra “noi” e “loro”. Non sarà solo una distanza fisica, ma sarà anche un ritrarsi. Tutelarsi vorrà dire mantenere le distanze. E’ una dimensione che in Francia – ma non solo in Francia – ha una lunga storia. Una storia che in Europa ha almeno un trentennio di vita e che non è solo la conseguenza dei processi immigratori, dei conflitti dovuti alla presenza rilevante di “stranieri”, delle integrazioni non perseguite o delle politiche securitarie.
E’ anche la conseguenza di processi profondi, di disagio che le vecchie società europee hanno iniziato a vivere al momento dell’inizio della crisi del ciclo fordista quando la crisi del petrolio ha fatto riscoprire all’Europa la sua dimensione di debolezza, di fragilità. L’attentato di stamani ha sicuramente motivazioni legate all’attualità, ma ha una lunga storia che non nasce in medio Oriente, ma che è nel malessere profondo dell’Europa da molto tempo”.

(David Bidussa, Linkiesta, 19 marzo 2012)

Sonia Brunetti Luzzati, direttrice della scuola ebraica di Torino, ha preso tempo per capire la vicenda: “E’ inquietante che sia stata colpita una scuola. Ma un conto è esprimere cordoglio per le vittime di una tragedia, un’altro è dare un connotato politico alla vicenda. Prima di decidere un’iniziativa voglio capire bene con i miei colleghi la dinamica della vicenda”.

E sulla questione della prevenzione, la Brunetti non si fa prendere dall’ansia:”Con i nostri ragazzi siamo abituati ad un’educazione alla sicurezza, seguiamo le indicazioni delle forze dell’ordine, che regolarmente svolgono servizio davanti alla sinagoga di Torino e alla nostra scuola. Ai ragazzi consigliamo di non sostare in gruppi davanti al luogo di culto, e di stare attenti se qualche sconosciuto li avvicina. Cerchiamo di costruire comportamenti responsabili per scongiurare paura e panico”.

Reazioni all’attacco arrivano anche da Israele e dai massimi rappresentanti delle istituzioni ebraiche internazionali. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha condannato lo “spregevole assassinio” di Tolosa, aggiungendo che pur essendo troppo presto per identificare il background dell’assassino, non è possibile escludere che si tratti di un atto di violenza antisemita. “Sono certo che il presidente francese Nicolas Sarkozy e il suo governo faranno tutto quanto in loro potere per trovare l’assassino e prometto che Israele aiuterà la Francia”. Netanyahu si è poi scagliato contro l’Onu, sottolinenado che le Nazioni Unite ancora non hanno condannato l’eccidio e che proprio oggi la Commissione dirittti umani ha convocato un rappresentante di Hamas.

Il presidente del Congresso ebraico mondiale (World Jewish Congress) Ronald S. Lauder, reagisce con orrore e shock “Oggi gli ebrei in ogni parte del mondo piangono con dolore e ripugnanza dinanzi a questo spregevole atto terroristico. Prendere di mira i bambini è un atto particolarmente vile e disgustoso, e nulla può giustificarlo. Questo attacco è un attacco a tutti noi. Abbiamo piena fiducia che le autorità francesi faranno tutto quanto in loro potere per scovare rapidamente l’autore di questo orribile crimine e assicurarlo alla giustizia. Gli ebrei di tutte le nazioni sono fianco a fianco della comunità ebraica francese. Piangiamo per le vittime e i nostri cuori sono vicini alle famiglie”.

Misure di sicurezza a protezione di tutte le istituzioni ebraiche in Europa. E’ quanto chiede il rabbino Pinchas Goldschmidt, a capo della Conferenza dei rabbini europei. “C’è oggi una urgente necessità di assicurare appropriate misure di sicurezza a tutte le istituzioni ebraiche in Europa per garantire che la la sicurezza degli ebrei in questo continente non sia messa in pericolo”.

“L’attentato di Tolosa, per la sua odiosità e per la drammaticità del suo esito ci riempie di sgomento e riprovazione”. queste le parole di condanna dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia “Nessuna creatura deve essere a rischio a causa della sua appartenenza etnica, religiosa o culturale – si legge in una nota – I musulmani d’Italia e l’Ucoii sono vicini alle famiglie delle vittime con solidale umana fratellanza”.