Voci a confronto

Un’angoscia tremenda stringe nel cuore chi ha il compito di scrivere questa rassegna oggi e chi la leggerà: il dolore delle vittime e la tristezza per l’odio collettivamente subito dominano tutti nel mondo ebraico. E’ comunque importante registrare i fatti e ragionare lucidamente su di essi.
Ovviamente quasi tutta la rassegna stampa di oggi, molto vasta, è dedicata alla strage di Tolosa. Tutti i giornali condannano il crimine e vi dedicano commenti e cronache. Per chi volesse essere informato sulla dinamica dei fatti, consiglio le cronache di Matzuzzi sul Foglio o di Serafini su Giorno-Carlino-Nazione. In realtà la maggior parte delle ricostruzioni sono piuttosto imprecise e inaffidabili, segnate da una voglia evidente di attribuire il crimine a un “lupo solitario” (così Alfano sul Giornale) e a una matrice ideologica esclusivamente neonazista (si veda Sapegno sulla Stampa e Sebastiani sull’Unità), insomma “un nuovo Breivik”, lo stragista norvegese dell’anno scorso (Trincia sul Secolo XIX), o addirittura “l’uomo nero” (Molfetta su Il fatto). Tutto questo si dedurrebbe dal fatto che il calibro, cioè la misura del diametro dei proiettili di una delle due armi usate dall’assassino sarebbe uguale a quella di un altro crimine di qualche giorno fa, in cui sono stati uccisi dei paracadutisti di stanza in una base non lontana da Tolosa, talvolta descritti come magrebini, talaltra come “neri” e questo episodio sarebbe a sua volta legato al fatto che nel 2008, quattro anni fa da quella base furono espulsi per atti neonazisti tre parà. In realtà le basi per questa identificazione sono molto fragili. Qualcuno dice di aver visto un tatuaggio sotto il casco nero (ma c’è chi parla di berretto nero o di capelli neri) dell’assassini; altri invocano la “freddezza” del crimine e c’è chi perfino si spinge a descriverlo come “amanti delle moto potenti”, anche se sappiamo solo che è fuggito dalla scuola in scooter. Allo stesso modo i giornalisti attribuiscono il titolo di rabbino a una delle vittime, il solo adulto e padre di due bimbi uccisi, Johnatan Sandler z”l, che in realtà era shaliach, cioè inviato da Israele per appoggiare il lavoro della scuola (da leggere sulla figura di quest’uomo buono e mite il ritratto di De Palo sul Mattino). Insomma, del crimine i giornalisti sanno poco e come è usuale in questi casi completano con la fantasia e l’ideologia. C’è da sperare che la polizia indaghi più seriamente e infatti si annuncia che le piste sono due, quella neonazista e quella islamista.
La sola cosa che sappiamo di sicuro è che si è trattato di un attentato antisemita, come hanno ribadito tutte le fonti ebraiche, a partire da Netanyahu (Kalvo sul Secolo XIX). Su questo, sulla nuova crescita dell’antisemitismo in Europa, vale la pena di ragionare. Lo fanno in maniera diversa, ma sempre utile e interessante Fiamma Nirenstein sul Giornale e anche in un’intervista su Liberal, Pierluigi Battista sul Corriere, Giulio Meotti sul Foglio, BH Levy ancora sul Corriere, Elena Loewental sulla Stampa, George Bensoussan in un’intervista concessa a Natale del Corriere, di Emanuele Fiano su Europa. Da notrare anche le reazioni dell’Ucei espresse dal presidente Gattegna in un’intervista a Avagliano del Mattino.
E’ importante anche conoscere il contesto della strage. Interessante da leggere la testimonianza della vicepresidente dell’Ucei Claudia de Benedetti, che ha avuto per alcuni anni una figlia alla scuola assalita e l’ha conosciuta bene (Schiavazzi su Repubblica). Fa impressione l’elenco delle aggressioni antisemite in Francia elencate da Fabbri sul Riformista.Colpisce la notizia, data dall’Unità (senza firma) che da anni un sito antisemita ha in pagina un elenco delle scuole e istituzioni ebraiche. Le reazioni israeliane sono registrate da Henry sul Figaro. Fra le ovvie e generali reazioni politiche di solidarietà (Padre Lombardi per il Vaticano, Monti, i leader francesi ecc.), spiccano alcuni silenzi clamorosi a sinistra (nessuna voce dai vari Ferrero e d’Alema, dai sindacati che hanno fatto manifestazioni per Gaza, nessuna solidarietà dall’Onu, come ha sottolineato Netanyahu ecc.), spicca la gaffe della rapprentante europea Ashton che non ha trovato di meglio che accostare la strage di Tolosa a Gaza (Il giornale). Vi è un rapporto evidente con l’assassinio di Stefano Taché di trent’anni fa al Tempio di Roma, come ricorda Nunberg sul Messaggero. Altre reazioni della comunità italiane sono ricordate da Giansoldati sul Messaggero.
Fra gli altri argomenti, vale solo la pena di citare uno sconcertante attacco alla democraticità di Israele scritta da Paola Peduzzi e ospitata incredibilmente proprio oggi dal Foglio. Dov’è finito il tempo in cui Giuliano Ferrara organizzava l’Israel Day. Il direttore ha perso il controllo del suo quotidiano o a cambiato idea? Sarebbe interessante saperlo.

Ugo Volli