…Grass

Ho appena difeso Tabucchi dall’accusa di antisemitismo, e ora tocca a Gunther Grass, che non merita difesa visto che per attaccare Israele non si perita di sostenere l’Iran. Ma non sarà Grass a renderci disonesti, e persino con uno come lui sarebbe bello frenare certi eccessi di emotività. La sua posizione, per quanto fastidiosa, è politicamente legittima, al pari di qualsiasi altra posizione contraria. Ciò che non è legittimo è che un intellettuale tedesco, che per anni ha nascosto il suo passato di giovane nazista, dispensi verità moralistiche sulle ‘riparazioni’ tedesche a Israele, dopo che il paese della cui cultura egli è alto – se pur discusso – rappresentante ha depredato i beni degli ebrei prima di diligentemente massacrarli. Una riparazione materiale (e parziale) dunque, non una riparazione morale. E tuttavia non si può impedire a Grass di dire la sua su Israele, anche se si vorrebbe che lo facesse con un po’ di coscienza della storia e delle responsabilità morali. Ma riconosca, Grass, che le conseguenze di una catastrofe come la Shoah si protraggono purtroppo ben oltre i suoi confini storici. E riconosca anche che l’Occidente, Germania compresa, ha spesso usato Israele come baluardo a garanzia del proprio equilibrio politico. Dunque, o Gunther Grass è ingenuo o è in mala fede, contagiato dal virus del pregiudizio. E tuttavia non si possono contestare le sue critiche dichiarandolo semplicemente antisemita. La sua invettiva è impoetica, in cerca di una pubblica scena, il suo stile da vate profetico è esaltazione narcisistica, ma l’accusa di antisemitismo che gli si fa è una brutta forzatura, ed è indice della pigrizia mentale di chi, invece di smontare con equilibrate verità la sua denuncia delirante, ricorre alla delegittimazione personale, come se bastasse zittirlo con l’accusa di antisemitismo per veder riconosciuta la giustezza delle proprie idee. Quando poi Israele lo dichiara ospite sgradito non solo non lo rende meno fazioso, ma dà a se stesso l’immagine incongrua di un regime autoritario. In conclusione, uno come Grass spinge a usare la pancia, e invece si dovrebbero smontare le sue insulsaggini con la verità ragionata.

Dario Calimani, anglista