Voci a confronto
L’11 aprile di 25 anni fa, un sabato, Primo Levi precipitava dalla tromba delle scale di casa sua, ed in Italia e non solo iniziano le commemorazioni di colui che, come ricordava Piero Terracina nei giorni scorsi in Polonia, tracciò il sentiero per tutti i deportati. Marco Belpoliti su La Stampa rappresenta alcuni degli aspetti forse meno noti, ma certo non meno interessanti, del chimico-scrittore torinese, egli fu anche umorista, inventore e tanto altro ancora. U.G., ancora su La Stampa, ricorda anche che a Levi, che aveva chiesto, nel ’63, un certificato di deportazione, la CRI rispondeva, con lodevole prontezza, con una lettera nella quale certificava che effettivamente egli “era stato in cura per 20 giorni nel ’44 presso l’ospedale del campo di Auschwitz”. Anche questa è una pagina da ricordare quando si parla della Croce Rossa Internazionale.
Ad una settimana esatta dalla pubblicazione su 4 giornali europei della poesia di Guenter Grass continuano i commenti in tutto il mondo; l’associazione degli scrittori israeliani invita i letterati di tutti i paesi a denunciare come immorali le parole di Grass, ma il fatto che della nota troika di scrittori il solo Yehoshua abbia firmato l’appello, mentre Oz e Grossman non lo hanno fatto, aprirà sicuramente nuove dure polemiche. Ne scrivono , tra gli altri, RedCult sul Giornale e Roberto Brunelli su l’Unità. Moni Ovadia, sul Manifesto, prendendo lo spunto da Grass si scatena contro il (supposto) arsenale nucleare israeliano fuori dal controllo di chicchessia, ed accusa Israele di voler restare al di sopra della legalità internazionale; per saperne di più sui governanti israeliani Ovadia invita a chiedere informazioni ai palestinesi (che, come al solito per lui, sono non solo esenti da ogni critica, ma depositari della verità). Più sfumata la posizione di Gideon Levy che, intervistato dal Fatto Quotidiano, contesta il governo Netanyahu per aver dichiarato Grass “persona non grata”. In un altro articolo sullo stesso quotidiano Marco Dolcetta riporta l’incontro, nel giugno del ’45, sotto una tenda, mentre Berlino veniva bombardata, tra Grass ed un convinto cattolico che forse sarebbe stato l’attuale pontefice. Non osiamo pensare alle polemiche che nascerebbero se oggi avvenisse l’incontro tra questi due uomini, come auspicato da Dolcetta. Per Vanguardia Grass è riuscito nell’opera di unire i nostalgici del nazismo con i radicali di sinistra e gli islamisti nell’odio verso Israele; non è casuale che quella poesia sia stata pubblicata proprio nella settimana santa. E per Bernard-Henri Levy sul Corriere il professore di morale diventa l’incarnazione dell’immoralità.
Mario Monti termina il suo viaggio in Medio Oriente e vestendo sia l’abito di Primo ministro che quello di responsabile dell’economia incontra al Cairo un gran numero di personalità del dopo rivoluzione; per u.d.g. su l’Unità egli ha dichiarato che è necessario guardare con “molta attenzione” al fenomeno dei Fratelli Musulmani, e questo concetto lo si ritrova anche in numerosi altri giornali (per A.Gar. sul Corriere il fenomeno dei Fratelli è “molto interessante”).
Ma in Medio Oriente è opportuno guardare con attenzione anche ai Salafiti, e Roberto Tottoli ne parla ampiamente sul Corriere; per questo movimento politico, ma soprattutto religioso (e per loro non vi è distinzione tra i due aspetti), la Fratellanza sarebbe troppo schiacciata sul politico e quindi debole dal punto di vista dottrinale. E’ necessario prestare attenzione a tutti gli episodi della vita di Maometto che deve essere di esempio anche oggi, per tutti. Questa è la vera alternativa islamica che sembra ispirarsi più agli emirati che all’Arabia Saudita, troppo compromessa con l’Occidente.
Maurizio Molinari su La Stampa, dopo aver ricordato che Ahmadinejad ha la necessità di non apparire perdente nei confronti dei fedelissimi di Khamenei, parla di un tacito consenso, nella questione iraniana, di Mosca e Pechino con l’Occidente, pur permanendo un disaccordo sulla crisi siriana. A proposito di questa, interessante la lettera di un gruppo di italiani che vive in Siria pubblicata su Avvenire; dall’Europa non è facile comprendere la realtà di quanto succede in quel paese nel quale non solo Assad, ma anche i ribelli si macchiano di crimini inaccettabili (basta infatti pensare alle posizioni di coloro che stanno dietro ai ribelli ndr).
Sul Figaro un articolo descrive le questioni sollevate dall’acquisto, da parte di un gruppo di ebrei religiosi, di un alloggio a Hebron (dove gli ebrei vissero da sempre fino all’eccidio perpetrato dagli arabi nel 1929). La polemica è giunta a dividere il governo israeliano. Intanto secondo Vanguardia Netanyahu avrebbe promesso ad Obama di non attaccare l’Iran prima delle prossime elezioni americane (ed ancora una volta, come si fanno a conoscere certe segrete notizie? ndr)
Il Sole 24 Ore pubblica una lettera di Bruno Vespa che appare critico sull’attentato di via Rasella, ad una settimana dagli articoli apparsi in occasione della morte di Bentivegna.
In Francia l’Unione degli Studenti Ebrei di Francia denuncia le parole dei candidati all’Eliseo dei Verdi e di Lotta Operaia cha hanno paragonato Gaza ad un campo di concentramento a cielo aperto; scrivono gli studenti, nella loro denuncia, che non si deve esagerare nella difesa dei palestinesi (ma bisogna anche far conoscere certe verità troppo spesso nascoste in Occidente, come le condizioni di vita dei capi di Hamas, tra negozi pieni di ogni ben di D.o ed alberghi a 5 stelle, certo non presenti nei campi ndr).
Emanuel Segre Amar