Voci a confronto

Nella rassegna stampa di oggi non sono numerosi gli elementi di pertinenza ebraica. Oltre alla notizia della marcia di solidarietà con i cristiani perseguitati in Africa e in Oriente indetta dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità ebraica di Roma, da mettere in rilievo c’è la nomina del nuovo presidente del Centro Studi Primo Levi: come riferisce Avvenire al posto di Amos Luzzatto subentra lo scrittore Ernesto Ferrero, animatore del Salone del libro di Torino e autore di una molto nota biografia di Primo Levi. Il direttore del centro resta lo storico Fabio Levi.
Vi è è poi un’analisi di Giulio Meotti sul Foglio, che merita certamente di essere letta come tutto il lavoro di questo giornalista che oggi è il migliore informatore, il più attento e competente fuori dal mondo ebraico, che scriva dal Medio Oriente sui giornali italiani. Prima ancora che si apprendesse del grande accordo Likud-Kadima che allontana la prospettiva di elezioni anticipate, Meotti si pone il problema del rapporto fra la scelta di elezioni anticipate a settembre fatta da Netanyahu e la prospettiva di un bombardamento delle istallazioni atomiche iraniane, prima che lo stato degli ayatollah raggiunga lo stato di “immunità” che gli sarà garantito dal possesso dell’arma nucleare o dallo stare sulla soglia dell’armamento atomico, con tutti i materiali e il know how pronti e la capacità di montare una bomba in poche settimane. Fra le eventuali elezioni israeliane, che se andranno come previsto rafforzeranno molto da settembre la legittimazione di Netanyahu e consentiranno una rapida formazione del nuovo governo, e le elezioni americane di novembre ci sarebbero due mesi in cui l’azione militare potrà avvenire. Così la pensano le fonti di intelligence consultate da Meotti, mentre Haaretz sembra credere che con le elezioni il discorso Iran si chiuda. Solo il futuro potrà dire quale opinione sia giusta in questa difficilissima scelta che il governo israeliano deve assumere.

Ugo Volli