Contando l’Omer – Regole

Giovedi 10 Maggio, 33° giorno dell’Omer, 4 settimane e cinque giorni

Nella nostra generazione assistiamo ad un eccezionale sviluppo dello studio della Torà, per quantità degli studiosi e qualità della produzione. Ma non tutti i periodi della storia ebraica sono stati così, e vi sono stati momenti di tale decadenza che i Maestri addirittura prefigurarono (in TB Shabbat 138b-139a) la fine della Torà, per oblio. Li sosteneva un brano di Amos (8:11-12) nel quale si annuncia una grande fame, non di pane, e una grande sete, non di acqua, ma della parola divina, che sarà però introvabile. In totale opposizione un unico Maestro disse il contrario: la Torà non sarà mai dimenticata da Israele, כִּי לֹא תִשָּׁכַח מִפִּי זַרְעוֹ ki lo tishakhach mipì zar’ò (Dev. 31:21). Se è così, cosa fare del verso di Amos? Significa solo che sarà difficile trovare una regola chiara (come effettivamente succede in molti casi). Il Maestro dissidente è Shimon ben Yochai, l’eroe di questa giornata di Lag baOmer (e c’è chi ha visto un’allusione al nome di suo padre nelle lettere finali di ogni parola del verso che cita). Di solito la regola viene decisa secondo l’opinione della maggioranza, in questo caso non c’è una regola da decidere, forse solo uno schieramento di simpatia. Ma la popolarità del personaggio la dice lunga su chi è stato preferito. Con buona pace dei catastrofisti, un filo di speranza e ottimismo.

rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma – twitter @raviologist