Noi, il futuro

Come molti di voi sapranno, questa domenica si tengono le elezioni per il rinnovo del Consiglio Ucei. Praticamente tutti i candidati nelle varie comunità ebraiche d’Italia hanno ricordato come i giovani rappresentino il futuro, senza però ritenere opportuno di candidarne nelle proprie liste. Non soffro di giovanilismo e non credo che le quote per giovani servano a qualcosa, ma è fuori da ogni dubbio che per rendere partecipi i giovani alla vita comunitaria, questa non possa essere la strada maestra. Ritengo che non manchino certo i candidati che abbiano a cuore la questione giovanile e che, sinceramente, la ritengano una priorità per l’ebraismo italiano; ma se così è, c’è bisogno di un ulteriore passo in avanti. Per combattere la disaffezione si dovrà pensare, anche e soprattutto dopo le elezioni, a forme più inclusive di partecipazione in cui i giovani possano contribuire con la loro visione del futuro e dove i più grandi invece, possano aiutarli con la loro esperienza e la loro maturità. Una buona ricetta, forse l’unica, che può permetterci d’immaginare un ebraismo forte e duraturo anche negli anni a venire.

Daniel Funaro, studente