Voci a confronto
Come chi legge queste pagine sa benissimo, si sono svolte domenica le elezioni per il consiglio dell’Unione e quello della Comunità di Milano. Dato che la valutazione dei risultati elettorali è sempre controversa, è interessante riportare tutti i titoli dei giornali che ne parlano: “Elezioni all’Ucei, vince il listone Pacifici il più votato dei romani” (Giovannelli sul Messaggero ); “Ucei, vince Pacifici La sorpresa delle donne – Ucei, scatto delle donne” (Di Frischia sul Corriere ); “Vinci Pacifici ma è sucesso per la lista rosa” (Leggo ); “Comunità ebraica, exploit della lista rosa elette in otto, ma vincono Pacifici-Magiar – Consiglio Ucei Pacifici il più votato dagli ebrei romani” (Cillis su Repubblica ). Per quanto riguarda Milano, “Comunità ebraica: l’imprenditore Meghnagi è il nuovo presidente” (D’Amico sul Corriere ). Non aggiungo commenti, se non notare che comunque vi è un’attenzione forte della stampa alle cose ebraiche, fin eccessiva se si pensa che i votanti a Roma sono stati meno di duemila e a Milano la metà.
L’argomento più importante e tristissimo che riguarda Israele è l’incursione teppistica contro Yad Vashem. L’ebraismo non riconosce luoghi sacri, a parte il Tempio e dunque non si può parlare di “profanazione” (come fa una breve notizia su Avvenire ). Certamente però il museo e centro studi sulla Shoah di Gerusalemme è il luogo che più emoziona oggi gli ebrei di tutto il mondo, che più richiama le sofferenze e il dolore del nostro popolo. Che esso sia stato sfigurato con slogan oltraggiosi è una ferita all’anima del nostro popolo. Soprattutto se, come sostengono i giornali israeliani e quelli italiani riportano (notizie sul Tempo , sul Messaggero , sul Secolo XIX , sulla Stampa che riporta anche qualcuno degli slogan: «Grazie Hitler per il meraviglioso Olocausto che hai organizzato per noi. E solo grazie a te che abbiamo uno Stato all’Onu»; «La leadership sionista ha voluto l’Olocausto», «Se Hitler non fosse esistito, i sionisti lo avrebbero inventato»; «La guerra del regime sionista non è la guerra del popolo ebraico») Le scritte in ebraico e i loro contenuti non rimandano a una matrice araba, ma certamente a qualche gruppo antisionista del mondo haredì. Non bisogna fare confusione, questa aggressione non va attribuita certamente al complesso degli haredim. Ma che vivano indisturbati in quegli ambienti delle sette minoritarie aggressivamente nemiche dello Stato di Israele, come i Naturei Karta che hanno fornito ministri ad Arafat e visitato ossequiosamente Achmadinejad, o i Satmar, è un fatto sempre meno tollerabile. Sarebbe il momento oggi che tutte le correnti ebraiche, per quanto diverse sul piano religioso o politico, isolassero e denunciassero queste frange.
Fra gli altri argomenti, da leggere il resoconto di Meotti sul Foglio di un colloquio col viceministro degli esteri Ayalon e la notizia su Avvenire della ripresa dei colloqui fra Israele e Santa Sede, corredato da un commento di Salvatore Mazza .
Ugo Volli twitter @UgoVolli