Voci a confronto

L’epicentro della crisi araba è l’Egitto, per la sua ricchezza demografica, per la sua storia e per la sua posizione centrale. Ora anche per la difficile sperimentazione politica che vi ha luogo, arrivata a un punto di possibile esplosione (Ventura su Libero). Il candidato della Fratellanza Musulmana si proclama vincitore e diversi giornali italiani gli credono (così Zecchinelli sul Corriere e Meringolo sul Messaggero), ma il candidato dei militari contesta la rivendicazione e dice di aver vinto lui, seguito da altri giornali (Scuto su Repubblica). Quel che è certo è che i generali hammo messo una seria ipoteca sul potere, proprio per frenare gli islamici (Bolognini sul Giorno, Panzeri su Libero, Scolari sul Foglio). Interessanti le analisi di Pannella sul Foglio, per cui la svolta dei militari è incoraggiata dai sauditi (dove peraltro si prospetterebbe secondo Narduzzi di MF un “modello turco” coi militari al potere); e anche quella espressa da Kempel in un’intervista a Cremonesi sul Corriere, che vede la possibilità di nuovi scontri di piazza. E’ chiaro che fino almeno a dopodomani, quando saranno proclamati i risultati ufficiali delle elezioni, ma forse ancora per molto, non sarà chiara la strada che prenderà l’Egitto.

Nel frattempo però il potere egiziano ha praticamente perso il controllo sul Sinai: vi sono numerosi rapimenti degli incoscienti che ne visitano ancora le località di villeggiatura (ma di questo i giornali non parlano mai) e una serie continua di attentati. Ieri un commando proveniente probabilmente da Gaza ha assaltato un pulmino di lavoratori diretti a costruire la barriera di sicurezza sul confine, uccidendo un arabo israeliano: notizie su Avvenire e sul Giorno, che finalmente usa la parola “terrorismo” per definire l’evento; clamorosamente scorretto invece il titolo di Europa: “Tel Aviv Spari al confine tra Egitto e Israele, il premier Netanyahu manda i carri armati nel Sinai”, come se gli spari si facessero da sé e Tel Aviv c’entrasse qualche cosa. E’ vero invece che il governo israeliano ha segnalato la propria inquietudine per la situazione in Sinai rischierando delle truppe corazzate vicino alla frontiera. Tanto per mantenersi fedele alla propria sistematica disinformazione, il Manifesto inverte la causa e l’effetto e dà notizia solo della rappresaglia israeliana, che ha colpito due cecchini di Hamas a Gaza.

Per quanto riguarda l’Italia, da segnalare due notizie romane: una giornata dedicata all’innovazione industriale di Israele a Roma (il Messaggero) e la requisitoria del pubblico ministero sul caso Militia, che ha chiesto pene molto basse (due anni per il capo Boccacci), come racconta Pierucci ancora sul Messaggero.

Ugo Volli