Voci a confronto

Israele è notoriamente colpevole di tutti i peggiori crimini dell’Umanità; ancora una volta sono gli iraniani a levare alte grida, oggi per voce del loro vice-presidente. La dimostrazione, questa volta, risiede nel fatto che gli ebrei, diffusori della droga sulla terra, non ne fanno uso personale. Ne parla Fiamma Nirenstein sul Giornale, e giustamente osserva che tali accuse, mosse in un convegno voluto dall’ONU, non hanno sollevato proteste da parte delle nazioni partecipanti.

Il mondo, almeno quello occidentale, si scandalizza, al contrario, per le minacce portate dall’Iran contro la navigazione nello stretto di Hormuz; le petroliere che battono bandiera dei paesi che hanno aderito alle sanzioni rischiano di saltare in aria contro qualche mina, e per tale ragione gli USA aumentano la presenza delle loro navi militari nella zona (Elena Molinari su Avvenire). Daniele Raineri sul Foglio aggiunge che è stata rimessa in funzione anche una pipeline che, raccogliendo il petrolio estratto a nord dello stretto, lo convoglia nel porto dell’emirato di Fujairah, eliminando in tal modo la necessità per le petroliere di navigare in quel pericoloso tratto di mare.
Il presidente siriano Assad ha rilasciato una intervista ad un quotidiano turco, ripresa da Repubblica e, in parte, da De Giovannangeli su l’Unità; è sempre importante conoscere le opinioni di tutti, ma è poi opportuno leggere Guido Olimpio che, sul Corriere, spiega come la situazione internazionale impedisca comunque qualsiasi passo avanti verso la normalizzazione. Intanto Maurizio Molinari su La Stampa e Viviana Mazza sul Corriere descrivono le denunce fatte dalla Commissione per i diritti umani dei crimini commessi nelle carceri siriane (ma solo in quelle? ndr). Su tema non molto lontano scrive Pio Pompa sul Foglio facendo una analisi del connubio tra criminalità ed islamismo.
Anche in Libia la situazione appare quanto mai complicata; tra pochi giorni i cittadini saranno chiamati alle urne, come scrive Maurizio Piccirilli sul Tempo, e dovranno scegliere tra partiti filo-occidentali ed altri che sostengono posizioni simili a quelle dei talebani afghani. In Libia può ancora accadere di tutto, e la stessa unità del paese è a rischio.
Una breve su Libero annuncia un prossimo viaggio di Mitt Romney in Israele, a dimostrazione della sua volontà di vedere personalmente una realtà che, al contrario, non ha mai attirato il suo avversario Obama (che appunto non è mai andato in Israele per incontrare Netanyahu); chissà se tale gesto avrà un’influenza determinante sul voto della comunità ebraica statunitense.
Si ritorna a discutere della morte di Arafat, notizia oggi ripresa da radio, TV e quasi tutti i quotidiani in seguito alle analisi chimiche fatte fare da Al Jazeera a Losanna su oggetti appartenuti al fondatore dell’OLP; cito in particolare l’articolo di Davide Frattini che non perde l’occasione per scrivere contro Israele ritornando, sia pure con l’uso del condizionale, alla morte per leucemia, avvenuta nel ’78, di Wadi Haddad; in realtà, scrive Frattini, tale decesso sarebbe stato causato da un veleno così sofisticato e lento nell’azione da non poter essere individuato (ma la sua esistenza è comunque certa per l’articolista ndr). Nell’articolo Frattini definisce anche Palestina storica quella compresa tra il Giordano ed il mare, e sorvola sull’80% della Palestina, pure storica, affidata dalla Società delle Nazioni all’Inghilterra, diventata poi Giordania, e pur abitata, in massima parte, proprio da palestinesi (ma a Frattini interessano solo quelli che combatterono ieri con l’OLP di Arafat, ed oggi con Fatah e Hamas, e non i sudditi del regno hascemita).
Ancora odio contro Israele, ed ancora sotto la bandiera dell’ONU, lo si ritrova nella relazione di Richard Falk presso il Consiglio per i diritti umani della quale scrive M.B su Rinascita. E lo stesso odio traspare nella denuncia di Andrea Zambrano sul Giornale da parte di coloro che, nel giorno della donazione fatta da Israele ai terremotati di Mirandola, portata personalmente dal vice-premier Lieberman, hanno dato libero sfogo al loro antisionismo/antisemitismo. Costoro, di sicuro, non parteciperanno al convegno, del quale scrivono il Messaggero e Repubblica, che si apre oggi a Roma, nel quale il direttore del Technion di Haifa potrà illustrare le principali invenzioni fatte da coloro che, dopo aver studiato presso il mitico politecnico, hanno portato così tanto progresso al mondo intero, e quindi anche a chi li vorrebbe annientare. Del tutto diverso il convegno annunciato a Milano al quale parteciperanno tutti i partiti della estrema destra europea (Saverio Ferrari sul Manifesto).
Marco Nese sul Corriere, infine, scrive che Walter Veltroni ha sollecitato il presidente Napolitano a far rendere finalmente pubblici i tanti faldoni, sempre tenuti nascosti, che dimostrerebbero le verità di quanto successe durante la guerra, scomode per troppe persone.
Emanuel Segre Amar