Qui Venezia – Presentata la Giornata della Cultura Ebraica

Presentata a Venezia la tredicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica che avrà luogo il prossimo 2 settembre. La città scelta come capofila sarà il cuore pulsante della rassegna che avrà come tema centrale l’umorismo ebraico in tutte le sue sfaccettature. In apertura della conferenza stampa, Amos Luzzatto, Presidente della Comunità ebraica di Venezia ha chiesto un minuto di silenzio per ricordare il sanguinoso attentato del 18 luglio in Bulgaria, aggiungendo: “Proviamo dolore e sdegno per l’attentato in Bulgaria, perché inaugura un periodo di sfida. Dobbiamo difenderci con vigilanza e continuare la vita associativa senza fermarci, senza alcuna esitazione perché sarebbe un cedimento di fronte alla violenza bruta. Il nostro compito è continuare a vivere e produrre cultura.” Il Presidente sottolinea poi la differenza tra umorismo e comicità e di come la vita degli ebrei, fatta di insidie e pericoli, abbia permesso di guardarsi allo specchio, riflettere, osservare con uno sguardo benevolo le proprie debolezze e individuare le contraddizioni. Gli ebrei non hanno mai perso la speranza. “Si racconta che in uno shtetl un mendicante dopo un anno può finalmente cambiarsi la camicia e si sente ricco, l’amico gli fa notare che che il principe la cambia una volta al giorno, lo zar due volte. E Rotschild? chiede. Ogni volta che la cambia se la rimette.” Questa storia è esemplare per far capire che anche in povertà, gli ebrei si sono sempre appigliati a un’immagine di speranza. Superare le difficoltà con il sorriso, ridendo di noi stessi. “La conoscenza ci salverà” conclude. L’intervento successivo è quello del vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina di domenica scorsa. Ricorda come alla fine degli anni ’90 si proponeva la Giornata della Cultura e molti rispondevano con scetticismo. Nonostante ciò si è giunti alla tredicesima edizione. Questa attività è fondamentale sopratutto per le piccole comunità, che pur con pochi iscritti mostrano il forte legame con questo retaggio storico e culturale confrontandosi e facendosi conoscere dalla cittadinanza italiana. “La conoscenza aiuta a opporsi alla violenza” dice. Insiste poi su due punti fondamentali: l’educazione, la formazione delle nuove generazioni e l’apertura verso l’esterno. ” Il nostro compito è la trasmissione dei valori millenari di cui siamo portatori” aggiunge. La Giornata della Cultura è quindi l’occasione per mostrare il lavoro delle comunità. “Su duecentomila visitatori in tutta Europa, cinquantamila hanno partecipato in Italia.” Venezia, capofila di questo anno, è la cornice ideale con una altissima concentrazione di sinagoghe in uno spazio esiguo. Tante sinagoghe vicine non solo perché dentro al ghetto ma per evidenziare le singole tradizioni e identità. Interviene Adriano Rizzi, Direttore area Centro Nord Società cooperativa Culture. “Da molti anni partecipiamo collaborando con la Comunità per la Giornata della Cultura e per altre attività” esordisce. Coop culture, denominazione cambiata in culture, al plurale, per simboleggiare la caratteristica tipica delle cooperative di andare oltre la gestione economica e contribuire all’integrazione, la multiculturalità e le tradizioni. Bisogna insistere sulla didattica e perfezionarla perché è motore e fattore di crescita per nuove generazioni. “Siamo orgogliosi di aiutare la Comunità ebraica perché si integra con il nostro spirito societario” conclude. Pierfrancesco Ghetti, assessore del sindaco Giorgio Soli, si mostra subito vicino al terribile attacco in Bulgaria. Torna poi sul tema della comicità. “Perché il sindaco a mandato me? Forse perché sono il più anziano e faccio di cognome Ghetti” risponde divertito. Rido ergo sum. Insiste sulla potenza della cultura nonostante la quotidianità. Lo humor quotidiano è un meccanismo di difesa ed esalta diversità culturale. Bisogna misurarsi con i tempi. “Questa è una grande occasione di spiegare e comunicare ai cittadini veneziani quale è lo spessore della tradizione culturale ebraica”. Prima di congedarsi viene ricordato il prossimo anniversario dei cinquecento anni del ghetto di Venezia. Non è una data da festeggiare ma bisogna mostrare l’importanza storica del fenomeno che ha segnato tutta l’Europa. Sono previsti film, commedie bibliche, esposizoni e conferenze. Paolo Navarro Dina, giornalista del Gazzettino e mediatore della conferenza stampa anticipa brevemente cosa accadrà nell’imperdibile appuntamento del 2 settembre: “Ci saranno proiezioni cinematografiche, attività per bambini”. Venezia si animerà con il riso ebraico e con lei le comunità sparse per tutto lo stivale. Una risata ci salverà.

Rachel Silvera
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