…grillini

A Grillo non piace Israele, e gli piace invece l’Iran. Non è forse questo il problema vero. Il problema è invece che un Grillo, già simpatico e sarcastico fustigatore di costumi, si presenti ora come leader di un movimento politico; è questo che la dice lunga sulla degenerazione della politica e dei politici nel nostro paese. Che Grillo sia il prodotto di una situazione degradata non necessita di dimostrazione, che le sue idee politiche siano raffazzonate e superficiali, anche. Lo si è sentito arringare la folla contro i poteri forti del paese, gli sprechi della politica, la corruzione, le tangenti, e contro la privatizzazione dell’acqua potabile. È l’uomo qualsiasi che protesta contro l’ovvio. Questo, da solo, non fa di lui un virtuale statista, ma gli uomini qualsiasi ne rimangono attratti, e ce ne sono tanti evidentemente. In effetti, un progetto politico di respiro per rimettere in sesto il paese Grillo non lo sviluppa. Come se si potesse governare un paese con le urla, le parolacce, la protesta populista e una battuta razzista sugli ebrei che mettono in pericolo il povero Iran di quel campione di democrazia che si chiama Ahmadinejad. Ma bisogna pur mettere nel conto che molti, nauseati dalla politica di questi anni, al momento opportuno lasceranno a casa il cervello e voteranno con la pancia. È accaduto già altre volte.

Dario Calimani, anglista