Voci a confronto

Ritengo opportuno, per una volta, iniziare questa mia rassegna invitando i lettori a leggere l’articolo di Giampiero Caragnano su Rinascita. Prendendo lo spunto dall’attentato di Burgas, senza una parola di partecipazione verso le vittime, dopo una descrizione delle divisioni tra le tante correnti religiose islamiche, Caragnano si chiede perchè Netanyahu abbia accusato proprio gli sciiti, senza neppure svelare le “sue” prove (bisogna forse spiegare a questo giornalista come ci si muove ad operazioni in corso in tutto il mondo? Le prove usciranno a tempo debito, come sempre in Israele). Riporto solo alcune frasi, a beneficio di chi si rifiuta di leggere l’articolo intero. “Gli ebrei sono eterne vittime”. “Ha mai fatto qualcosa Israele per l’Italia?” (ricordo, ad esempio, la brigata ebraica e, più recentemente, gli aiuti ai terremotati dell’Emilia che vergognose figure avrebbero voluto rifiutare!). “L’Occidente si serve dei salafiti per i suoi piani”. “L’attentato giunge a Israele come cacio sui maccheroni per stornare la colpa sull’Iran” ed infine la chiusura dell’articolo: “A noi basta la loro sacra parola. In fondo sono gli angeli del bene, il popolo eletto da Dio. Chissà che abbiano anche una linea diretta col Padreterno”. Aggiungo solo che queste vergognose parole sono pubblicate anche, per non dire soprattutto, grazie ai fondi versati con le tasse dei cittadini italiani.
Tutti i quotidiani dedicano molto spazio a quanto avviene in Siria; Lorenzo Cremonesi, per i lettori del Corriere, continua a raccontare la sua avventura con i ribelli, dentro ai confini di un paese in piena guerra civile, con successi alterni per le due fazioni. Tanto di cappello per il coraggio di Cremonesi. Molta preoccupazione destano le armi chimiche che sarebbero anche state spostate dai loro depositi normali, e Francesco Palma su Avvenire ci ricorda che il primo utilizzo nella storia di armi chimiche sarebbe avvenuto proprio in Siria nel III secolo, ma dimentica di ricordare che il padre di Assad le usò contro i suoi cittadini ammazzandone 20000. Che la situazione sia caotica nel paese è del tutto evidente, ed oggi si apprende da Paola Peduzzi sul Foglio che neppure la CIA riesce a capire che cosa succede in quel paese nel quale “ci sono più convinzioni che informazioni” dove “la verità è la prima a morire, ma tutti la cercano”. Su questo stesso tema Maurizio Molinari va oltre e spiega che queste difficoltà della CIA prendono origine dall’ordine di Obama di osservare il conflitto a distanza. Grazie a Maurizio Molinari, così, molto diventa così più chiaro. Egli aggiunge anche che di fronte all’incertezza operativa degli USA si è in presenza di un’azione estremamente decisa dell’Arabia Saudita contro Assad e l’Iran, pur con profonde spaccature tra i ribelli, divisi in almeno tre battaglioni. Fausto Biloslavo sul Giornale fa un quadro molto preciso e dettagliato di quanto sta avvenendo all’interno del regime di Assad. Pierre Duthion su Repubblica, in una breve descrive la vita in Siria ieri ed oggi.
Il Figaro si chiede se sarà possibile rivedere gli accordi tra Egitto ed Israele; se Netanyahu accettasse questa richiesta di Morsi gli concederebbe la possibilità di dimostrare ai suoi concittadini che è riuscito a migliorare gli stessi, mentre Israele godrebbe di nuovi accordi siglati proprio dai Fratelli Musulmani; ma bisogna chiedersi se i Fratelli siano pronti a questo scenario o se non si tratti piuttosto di fantapolitica.
Davide Frattini sul Corriere dove bisogna leggere con attenzione anche titolo e sottotitolo, spiega che Mofaz non sarebbe uscito dal governo per il dissidio sul servizio militare da imporre agli ultraortodossi; questa sarebbe solo la versione ufficiale, ma la realtà starebbe invece nella decisione da prendere se attaccare o meno l’Iran. Mofaz ha fatto ieri alcune dichiarazioni, ma ieri era di nuovo il capo dell’opposizione, e non più un uomo di governo (che è stato per solo 70 giorni), e questo fatto è stato trascurato da un Frattini, noto per la sua avversione al governo di Netanyahu (e non solo).
Ha fatto il giro del mondo un you tube di MEMRI che riprende alcune scene della versione egiziana di scherzi a parte; Dimitri Buffa su l’Opinione dimostra quanto l’odio per Israele sia radicato oggi nella popolazione egiziana.
Un secondo articolo di Maurizio Molinari su La Stampa spiega cosa si ripromette il candidato Romney dal suo imminente viaggio in Europa ed in Israele; non ultimo il desiderio di ridare spazio alla grandezza dell’America.
Dopo la sentenza del tribunale di Colonia sulla circoncisione, si legge su Le Monde che il parlamento di Berlino ha chiesto al governo di definire un quadro legale per permetterla, con la sola opposizione dei verdi e dei Linke, ma ora vengono alla luce tutte le difficoltà pratiche per rispettare al contempo i principi di integrità fisica, di libertà religiosa e delle cure da assicurare ai bambini. Manca purtroppo, in questo articolo, qualsiasi accenno alla decisione dei Kinderspitalen di Zurigo e di San Gallo di sospendere le circoncisioni religiose. La macchia si sta allargando.
Il presidente della Puglia, come si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ha invitato dei bambini di Gaza nella sua regione, e non ha perso l’occasione per condannare Israele che non rispetta i diritti di questi bambini; gravi dichiarazioni, le sue, e non una parola né sui crimini sui propri bambini commessi da Hamas (degno compare dell’Iran che, nella guerra contro Saddam li usava per far saltare le mine prima del passaggio delle truppe), né sulla violenza sui bambini israeliani commessa da Hamas, bambini che vivono nel terrore dei razzi che cadono a centinaia, dovendo restare sempre in prossimità dei rifugi che devono poter essere raggiunti entro 15 secondi.
Una breve sul Messaggero annuncia che la Libia sarebbe disponibile ad osservare un minuto di silenzio per le vittime di Monaco ’72 durante la cerimonia di apertura, minuto che, al contrario, si celebrerà in moltissime città del mondo, ma non a Londra venerdì (ricordo che molte delegazioni, tra le quali quella italiana, organizzeranno manifestazioni apposite).
Infine ricordo alcune recensioni: Fiamma Nirenstein sul Giornale parla di due libri: 1948 e La casa di via Garibaldi, e spiega che gli ebrei trovano sempre la risposta più imprevedibile per ogni evento. Claudio Vercelli sul manifesto parla di un un libro sull’antisemitismo di Elena Mazzini, e Lanfranco Palazzolo su La voce repubblicana intervista Fania Cavaliere che, nel suo libro, riprende i diari della nonna passata dall’antisemitismo russo a quello del nazi-fascismo.
Emanuel Segre Amar