Una foresta per il Cardinal Martini
Un bosco in memoria del cardinale Carlo Maria Martini. Migliaia di alberi da piantare in Israele per onorare una figura protagonista assoluta del dialogo ebraico-cristiano, un punto di riferimento insostituibile di quel nuovo spirito che il Concilio Vaticano II, di cui si celebra in questi giorni il cinquantesimo anniversario, portò con sé. A lanciare l’iniziativa, è stata la Fondazione Maimonide su impulso del suo direttore scientifico rav Giuseppe Laras, rabbino capo emerito della Comunità ebraica di Milano, amico e interlocutore del cardinale nel lungo percorso di confronto. A recepire l’idea la Fondazione Culturale S. Fedele e il Keren Kayemeth LeIsrael (Fondo Nazionale Ebraico), che ha lanciato una sottoscrizione per permettere a chiunque lo desideri di contribuire alla foresta per Martini, rilasciando, secondo tradizione dell’ente, un attestato del numero di alberi donati. Alla presentazione del progetto hanno preso parte il rabbino capo di Milano Alfonso Arbib e il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Roberto Jarach, poi monsignor Gianfranco Bottoni, per anni stretto collaboratore di Martini, i monsignori Gianantonio Borgonovo e Pier Francesco Fumagalli della Biblioteca Ambrosiana, il presidente del Consiglio provinciale di Milano Bruno Dapei.
“Una notte andammo insieme a visitare i cimiteri ebraici intorno a Tiberiade. Cercavamo le tombe dei grandi Maestri. Ricordo molto bene il cappellino che indossava Carlo e l’atmosfera di pace e di profondità. Un’atmosfera unica”. Così la signora Maris Martini, sorella del cardinale aveva voluto ricordare la sua prima visita in Israele a fianco del fratello all’indomani della sua scomparsa. Proprio in quell’atmosfera, nel paese che Martini tanto amava (al punto da trasferirvisi dopo aver lasciato Milano) frusceranno le foglie degli alberi in suo ricordo.
(nell’immagine il cardinal Martini durante una visita in Israele negli anni Novanta)