Qui Caserta – L’infamia delle persecuzioni

Inaugurata questa mattina alla Reggia di Caserta la mostra 1938-1945 La persecuzione degli ebrei in Italia organizzata dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura in occasione del Giorno della Memoria. Allestita nei vecchi appartamenti reali, la mostra – basata sull’omonima esposizione sugli eventi nazionali realizzata dalla Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea Cdec di Milano e già presentata a Torino e Venezia – è arricchita da uno specifico focus sulla persecuzione nel casertano e in Campania realizzata in collaborazione, tra gli altri, con la Soprintendenza per i beni culturali, l’Archivio di Stato e la Comunità ebraica di Napoli. Quest’ultima oggi rappresentata dal suo presidente Pierluigi Campagnano che – con grande emozione – nel guidare il folto pubblico presente attraverso gli spazi espositivo ha ricostruito i passaggi essenziali della vita della kehillah partenopea negli anni più duri e fornito spiegazioni inerenti ai numeri e alle storie della deportazione.
Nel suo intervento – pronunciato prima del taglio del nastro tricolore – Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha voluto ricordare vari momenti di quel settenato d’infamia tra cui la promulgazione della legislazione antiebraica del 1938 specificando come il giusto attributo da legare a quell’atto persecutorio sia più propriamente “razzista” e non “razziale”. Dal presidente dell’Unione sono poi giunte parole di elogio per l’impegno congiunto di comunità ebraiche e istituzioni per la diffusione di una cultura della Memoria consapevole in tutta la società italiana. Tra gli appuntamenti presi in esame il viaggio ad Auschwitz-Birkenau e Cracovia degli scorsi giorni e la firma, in quella circostanza, di due importanti dichiarazioni con i ministri Profumo e Fornero. Michele Sarfatti, direttore del Cdec, ha quindi illustrato le specificità della mostra nella parte di competenza dell’istituto milanese. Il percorso storico a cura di Alessandra Minerbi, come è stato ricordato, offre un quadro vasto e complesso su quelli che furono i meccanismi alla base della persecuzione. La stessa complessità che Sarfatti, nel rivolgersi alla giovane platea, ha chiesto agli studenti casertani nello sforzo di affrontare questo buio periodo storico lontano da qualsiasi semplificazione e cliché. Vi fu infatti chi collaborò alla macchina liberticida e chi vi si oppose. La cosa più importante, ha esortato, è scavare a fondo e cercare di capire con cognizione di causa gli ingranaggi del meccanismo. “Si tratta di una storia che va conosciuta e compresa. Soltanto con la consapevolezza – ha infatti affermato – si può costruire la base per un rifiuto netto del razzismo, dei pregiudizi, delle intolleranze in genere”. Interventi, tra gli altri, anche del sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, del sottosegretario Saverio Ruperto in rappresentanza del ministro Cancellieri, del sottosegretario del prefetto Carmela Pagano e del sovraintendente Raffaella David. Col taglio del nastro l’inizio della visita in Galleria Palatina. Una mostra di altissimo profilo e spessore, racchiusa in uno degli scenari più suggestivi dell’Italia dei palazzi e dei mille tesori architettonici.

Adam Smulevich twitter@asmulevichmoked

(23 gennaio 2013)