“Estraneità istituzionale bene di cui godere”

Con l’approssimarsi della scadenza elettorale il rabbino capo di Roma, rav Riccardo Di Segni, è intervenuto sulle pagine del sito comunitario con un denso intervento dedicato al ruolo politico degli ebrei italiani e al loro rapporto con i valori e le specificità dei singoli partiti. “Con fatica, chi lo cerca – afferma il rav – può trovare un prodotto alimentare kasher lamehadrin; ma è difficile che trovi un partito con questi attributi. Si può e si deve essere ottimi cittadini, ma non bisogna mai omologarsi spiritualmente. Da questo conflitto e questo stimolo continuo nascono probabilmente le grandi energie ebraiche di alcune personalità che sfondano nella scienza, nelle arti, nel pensiero; ma nel quotidiano è l’impegno critico di ognuno, strutturalmente educato a non accontentarsi della realtà, che deve emergere. Un ebreo realizzato nel mondo è paradossalmente un ebreo non realizzato, perché la sua energia critica si è fermata. Ciò che sembra un male e un tormento, l’estraneità istituzionale, è un bene essenziale. Cerchiamo di godercela e di capire che vuol dire. Soprattutto per definire meglio l’identità ebraica, che nelle turbolenze della attualità, viene caricata di etichette, che come tutte le etichette, valgono poco e durano ancora meno”.